GroupM torna con la seconda edizione della ricerca dedicata a Sanremo

Torna anche quest’anno il ritratto fatto da GroupM Research & Insight con una ricerca ad hoc del Festival di Sanremo, iniziato ieri sera, che resta il “sismografo” della società e dei valori italiani. Anche quest’anno, la Unit Research & Insight di GroupM ha ideato un progetto di ricerca in 2 fasi, per raccontare l’evento: una prima fase a una settimana dal Festival; una fase 2, dopo la prima puntata. Questo primo appuntamento apre con i risultati della prima fase di ricerca CAWI che ha coinvolto 500 italiani che hanno guardato il Festival almeno una volta nella vita e non hater (di età superiore ai 16 anni, rappresentativi della popolazione italiana per i principali criteri socio-demografici). Circa il 60% della popolazione si sente rappresentato dalla kermesse, ormai un punto di riferimento nel calendario degli italiani. Il 52,6% degli intervistati ne ha sentito parlare in modo positivo o neutro dalla propria cerchia di amici, parenti, conoscenti. E il 47,2% ne ha parlato positivamente (o in modo neutro) a sua volta. Solo il 13,5% dichiara che il Festival è associato ad emozioni negative. Si tratta di un evento più atteso dello scorso anno: il 90,4% dichiara che guarderà la nuova edizione del Festival (vs 88% dell’ed. 2019). E il 58,8% è pronto a consigliarlo ad amici, parenti, conoscenti. Motivazioni diverse spingono gli italiani davanti alla tv: ci sono i fedelissimi e gli occasionali, che lo seguono prevalentemente sui social. E se 1 su 2 pensa di guardare tutte le puntate, il 9,6% è irremovibile e non lo guarderà, perché lo ritiene troppo «polveroso». Opinione in parte inasprita dalle polemiche emerse. La GenX è il pubblico più fedele. I Millennial si sentono sempre più vicini, mentre i Baby Boomers prendono le distanze perché non comprendono pienamente le scelte della direzione artistica sulle nuove mode musicali. Tra coloro che dichiarano di guardarlo (90,4%), il 70° Festival non solo riesce a consolidarsi ma attrae anche nuovi spettatori: 86,9% Repeater, coloro che hanno guardato l’edizione del 2019, e pensano di guardare l’edizione 2020; 3,5% Newer, ovvero chi che non ha guardato l’edizione 2019, ma pensa di guardare l’edizione 2020. Tra coloro che dichiarano di non guardarlo (9,6%), il Festival 2020 perde sul suo pubblico più tradizionale, come già accaduto lo scorso anno. Se una generazione si avvicina, un’altra se ne allontana: 5,3% Abbandoner, che hanno guardato l’edizione del 2019, ma non pensano di guardare l’edizione 2020; 4,3% Skeptical, coloro che non hanno guardato l’edizione del 2019, e non pensano di guardare l’edizione 2020.Tra chi dichiara che guarderà il Festival, quasi tutti lo faranno in diretta su Rai1. Ma le properties Rai assumono un ruolo sempre più centrale per chi inizia a seguire il Festival da piattaforme diverse. Intorno al 10% coloro che dichiarano di seguirlo dai profili Social di Rai, in diretta o on demand dal sito/app di RaiPlay. Tradizione e cambiamento sono elementi che coesistono anche sul podio dei potenziali vincitori con Irene Grandi, Marco Masini e Elodie tra i favoriti di questa edizione. Mentre i giovani puntano su Alberto Urso e Anastasio.

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