Matteo Bianco: la filiera della canapa ricomincia con Canapafiliera

Ho incontrato e intervistato Matteo Bianco, socio e consigliere di Canapafiliera srl ed ho subito colto l’opportunità per conoscere lo sviluppo dell’uso di quel materiale naturale e straordinario, usato dall’industria per secoli e poi scioccamente abbandonato per questioni mai chiarite fino in fondo.

Ci può spiegare in cosa consiste il vostro progetto?

Intendiamo ricostituire la filiera italiana della canapa da fibra. Questa pianta ha fatto parte della nostra cultura ed è stata alla base di molte produzioni industriali nazionali per molti secoli, fino all’avvento delle fibre sintetiche, che ne hanno decretato il declino, facendone dimenticare l’importanza e i benefici. Negli ultimi anni c’è stata una riscoperta delle fibre naturali, anche grazie ad una maggiore sensibilità ambientale, ma la mancanza di una produzione interna ha portato ad un suo utilizzo molto limitato; ad oggi infatti la fibra di canapa arriva da paesi lontani che, per mantenere prezzi bassi, utilizzano spesso processi di macerazione con reagenti chimici inquinanti, che possono anche danneggiare la preziosa fibra. Stiamo quindi riportando la coltivazione di alcune varietà selezionate di questa pianta nei nostri territori, concordando contratti pluriennali che ci garantiscono una continuità di fornitura e danno al tempo stesso sicurezza economica ai coltivatori. Dal raccolto ricaviamo il canapulo e soprattutto la fibra, grazie ad un nuovo impianto di separazione e macerazione naturale, appena terminato a Pisa. Possiamo dire con orgoglio che si tratta del primo impianto di questo genere in Italia. La produzione rifornirà l’industria tessile e quella cartaria, contribuendo a sostenere la qualità e l’unicità del Made in Italy, in un’ottica di sostenibilità ambientale.

Cosa rende questo progetto sostenibile?

In primis la scelta della materia prima, ovvero la canapa; questa infatti sostituisce l’uso di fibre sintetiche derivate dal petrolio, che hanno un elevato impatto ambientale dalla fase di produzione a quella del fine vita; quella della canapa invece è una coltura che non ha bisogno di insetticidi/diserbanti e la cui coltivazione in rotazione, arricchisce di nutrienti i terreni coltivabili. Inoltre ha il vantaggio che viene utilizzata tutta la pianta, anche la parte legnosa, in sostituzione per esempio del truciolato di legno e non si produce quindi alcuno scarto di lavorazione. Non dimentichiamo poi che la pianta svolge un’importante azione di filtraggio, cattura e fissazione di CO2, dall’aria al terreno. Inoltre la macerazione avviene in modo naturale, accelerata da un processo anaerobico (in assenza d’aria) in termofilia e non tramite reagenti chimici; l’intero processo è in fase di richiesta di brevetto. Infine la produzione vicina ai luoghi di lavorazione, permette un drastico risparmio delle emissioni legate ai trasporti.

A che punto siete e cosa ci possiamo aspettare nel futuro?

Abbiamo costruito la prima parte della filiera avviando le coltivazioni di canapa, costituendo un consorzio e ultimando l’impianto, che può lavorare fino a 10.000 tonnellate di sostanza secca. Nel frattempo siamo riusciti ad ottenere dei primi filati di canapa mista a lana, a cui seguiranno a breve degli altri da testare in questi mesi. Vogliamo coinvolgere più coltivatori e ampliare i contatti e le collaborazioni con filatoi e tessiture, in modo da essere pronti a ricevere ordini ed effettuare le prime consegne entro fine anno. A quel punto si avrà un’integrazione della filiera, con quella già attiva del tessile e avremo così iniziato un processo di sviluppo del territorio, che va dalla sicurezza economica dei coltivatori, alla creazione e valorizzazione di fibra naturale di qualità, alla produzione di tessuti naturali superiori, sino ad arrivare alla vendita verso il mercato interno ed estero di abbigliamento totalmente Made in Italy, di alta qualità e sostenibile: www.canapafiliera.it

Pietro Greppi

ethic advisor e fondatore di Scarp de tenis

Per entrare in contatto con l’autore: info@ad-just.it

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