Un Amore di cultura, a San Valentino

Solo per due giorni. “Io, Claude Monet”, è un grande evento, che si terrà il 14 e 15 febbraio, al cinema. Realizzato nell’ambito della stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital, il lungometraggio è un viaggio intimo nella vita del grande pittore impressionista attraverso le sue lettere agli amici e le sue opere riprese in alta definizione. Il nuovo docu-film di Phil Grabsky, è distribuito da Nexo Digital con i media partner Sky Arte HD e MYmovies.it.

Dagli scritti di Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926), accostati alle due  straordinarie opere conservate nei più importanti musei del mondo, riesce a rivelare l0a vita del pittore, così tumultuosa, tra momenti di intensa depressione e giorni di assoluta euforia creativa. Le lettere di Monet, riportate in vita dall’attore britannico Henry Goodman, narrano il percorso dell’artista da enfant prodige e appassionato caricaturista a maestro indiscusso di fama internazionale, e registrano con attenzione gli incontri più importanti. Molte lettere mostrano la disperazione, i momenti di oscura depressione e anche il tentativo di suicidio, i problemi di salute, i lutti e le complesse relazioni con Camille Doncieux e Alice Hoschedé, prima e seconda moglie dell’artista. Altre celebrano invece le gioie della pittura e del mondo naturale. “Io, Claude Monet” ripercorre i luoghi in cui Monet dipinse e scrisse le sue lettere, da Honfleur a Étretat, da Parigi a Venezia, da Londra a Le Havre e dà inoltre spazio alla corrispondenza poco nota coi colleghi impressionisti Bazille, Manet e Pissarro e agli accesi scambi di opinione col mercante Paul Durand-Ruel, mostrando il rapporto spesso conflittuale di Monet con il mondo dell’arte.

Il regista Phil Grabsky spiega: “Amo molto lavorare sulle biografie degli artisti, perché quando si legge con attenzione la loro corrispondenza, quando si torna nei luoghi in cui hanno vissuto e si esaminano attentamente i dipinti che hanno realizzato, se ne rintraccia una personalità più ricca e sincera. È quanto accaduto con Monet. Non c’è nulla di scontato in questo artista. Ciò che colpisce con maggior forza è la sua passione, la sua ricerca senza fine e, infine, la sua genialità”.

Nel lungometraggio si trova euforia creativa e depressione, ossessione per le ninfee e ricerca continua della bellezza. È un viaggio intimo nella vita di Claude Monet, uno dei pittori impressionisti più amati, attraverso i luoghi che più lo hanno ispirato, con decine di opere riprese in alta definizione e le lettere agli amici più cari. Sono tremila le lettere di Claude Monet. Ed è a partire da questo immenso patrimonio che si snoda “Io, Claude Monet”. Un ritratto complesso e commovente, attraverso più di cento dipinti filmati in alta definizione, grazie ai quali lo spettatore potrà addentrarsi nella vita emotiva e creativa del pittore che con il suo Impression. Soleil levant -esposto nell’aprile del 1874 nello studio del fotografo Nadar-  fece parlare il critico Louis Leroy della prima “esposizione degli impressionisti”, dando involontariamente vita al termine che avrebbe segnato buona parte della storia dell’arte europea di fine Ottocento.

L’artista e le sue ninfee e tutte le tele in cui ha immortalato il giardino della propria residenza a Giverny. Appassionato ed esperto orticoltore, infatti Monet coltivò ed allestì personalmente numerosi giardini in ciascuna delle sue residenze. Dipingeva sotto il sole cocente e sotto la pioggia battente per studiare tutte le infinite sfumature della luce. Intorno alla sua casa rosa a Giverny aveva creato un giardino con uno stagno e un ponte giapponese. Questo giardino ancor oggi accoglie migliaia di visitatori.

Le lettere di Claude Monet narrano infatti il percorso dell’artista da enfant prodige e appassionato caricaturista a maestro indiscusso di fama internazionale e registrano con attenzione gli incontri più importanti – come quelli col pittore Eugène Boudin e col primo ministro e amico Georges Clemenceau, che nel 1899 gli scrive “Voi ritagliate dei pezzetti di cielo e li gettate in faccia alla gente. Niente sarebbe così stupido come dirvi grazie: non si ringrazia un raggio di sole”. 

Adele Messina

Giornalista, blogger, Tecnico per la Comunicazione e il Multimedia nel Patrimonio Culturale, Turismo ed Enogastronomia 

Per entrare in contatto con l’autrice: adelemessina.press@gmail.com

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