Torino, Pompei, Napoli: l’Egitto in mostra

Adele MessinaUna grande mostra che si terrà tra il Museo Egizio di Torino, gli scavi di Pompei e il Museo Archeologico nazionale di Napoli, questo è “Egitto Pompei”. Appena presentata al Ministero dei Beni Culturali, trasmessa in diretta su Periscope,  è un percorso che tocca tre luoghi prestigiosi, per un’ampia riflessione sulle relazioni tra Pompei e le grandi civiltà del Mediterraneo.

Torino, Pompei e Napoli unite da un grande progetto espositivo con un solo denominatore comune: l’Egitto.  Prima data il prossimo 5 marzo,  al Museo Egizio di Torino con un’apertura eccezionale: uno spazio di circa 600 mq che, a partire da questo appuntamento, verrà riservato alle mostre temporanee. È proprio qui che saranno allestiti gli oltre 330 pezzi di cui 172 prestati dalla Soprintendenza Pompei e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e molti altri provenienti da musei italiani e stranieri: pitture, vasellame e sculture ricostruiranno la trama storica tra arte faraonica e arte greco-romana. Il museo torinese, l’area archeologica pompeiana e il museo napoletano inaugureranno in successione l’articolato dialogo tra reperti egiziani di epoca faraonica e quelle opere di età ellenistico repubblicana e imperiale che ne hanno accolto e riletto l’iconografia. Evelina Christillin, presidente della Fondazione Museo egizio, ha parlato di “un incipit di collaborazione che ci piacerebbe proseguire”, ricordando che si sta valutando l’apertura di una sede distaccata dell’Egizio a Catania. A meno di un anno dall’inaugurazione del nuovo allestimento, il Museo Egizio, che ha da poco festeggiato 100mila fan su Facebook,  presenta al pubblico la prima mostra temporanea dedicata alla diffusione della cultura egizia nelle civiltà del Mediterraneo.

A Pompei, nella Palestra Grande, uno scenografico allestimento di Francesco Venezia riunirà dal 16 aprile sette monumentali statue con testa di leone della dea Sekhmet e la statua seduta del faraone Tutmosi III che per la prima volta escono dalle sale della collezione permanente del Museo Egizio. All’interno degli scavi verrà tracciato, inoltre, un percorso egizio a partire dal Tempio di Iside, interessato da un intervento multimediale di realtà immersiva, per arrivare alle numerosissime domus che riportano motivi decorativi egittizzanti, come quella di Loreio Tiburtino.

 “Il Nilo a Pompei” a cura di Federico Poole e Alessia Fassone, pone l’accento sull’incontro tra la cultura egizia e quella ellenistico romana, a partire da Alessandria d’Egitto fino alle case e ai luoghi di culto pompeiani. Dal 28 giugno il terzo capitolo dell’esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’inaugurazione di una nuova sezione del percorso di visita delle collezioni permanenti servirà a focalizzare l’attenzione sull’insieme di culti che, nati o arrivati dall’oriente attraverso l’Egitto, hanno trovato in Campania un terreno fertile di ricezione e diffusione nel resto d’Italia.  E dall’8 ottobre l’intero progetto si concluderà con la riapertura della collezione egiziana del museo di Napoli. Negli stessi spazi individuati fin dal 1864 come naturale sede delle raccolte Borgia e Picchianti, e nel totale rifacimento dell’allestimento del 1989, saranno riesposti gli oltre 1200 oggetti che fanno di quella del Museo Archeologico Nazionale di Napoli una delle più importanti Collezioni Egizie d’Italia, il cui nucleo principale si è formato prima della spedizione napoleonica. Per facilitare la lettura al pubblico il nuovo percorso è stato articolato per temi. Dopo una sala introduttiva sul formarsi della raccolta, ognuna delle sale sarà dedicata a un argomento: Uomini e Faraoni, La Tomba e il Corredo Funerario, La Mummificazione, Il Mondo magico e religioso, La Scrittura, i Mestieri e l’Egitto in Campania. Un’aggiornata segnaletica, realizzata con l’università L’Orientale, completerà l’allestimento arricchito da supporti multimediali e da un percorso dedicato ai bambini.

Adele Messina

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