Inwit quotata a Piazza Affari, pronta la campagna adv su radio e stampa

«Possiamo scendere sotto il 50% del capitale, purché si mantenga un ruolo nel cda e nella governance». Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, ha commentato così la quotazione a Piazza Affari di Inwit, la società cui la compagnia telefonica ha conferito le 11.000 torri di pura telefonia mobile in Italia.

L’offerta pubblica di vendita partita ieri, lunedì 8 giugno, riguarda 218 milioni di azioni, pari al 36,3% del capitale, e può arrivare fino al 40% con l’esercizio della greenshoe. Il collocamento istituzionale si concluderà il 17 giugno assieme all’offerta pubblica. L’intervallo di prezzo è tra un minimo di 3,25 e un massimo di 3,9 euro per azione, per una valorizzazione complessiva di Inwit che va tra 1,95 e 2,34 miliardi. L’offerta riguarda solo azioni poste in vendita da Telecom e non genererà così proventi per Inwit (694-833 milioni il ricavato dell’opvs).

Nel prospetto informativo si motiva l’operazione con la volontà di quotare la società per darle una «maggior visibilità sul mercato di riferimento» e una accresciuta capacità di accesso ai mercati di capitale. Tecnicamente Infrastrutture Wireless Italiane (Inwit) è nata solo questo gennaio, con la costituzione della società e il conferimento di un ramo d’azienda di Telecom e opera in Italia nelle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche. Più specificamente offre servizi integrati di ospitalità presso i propri siti per sistemi e apparati di rice-trasmissione di proprietà dei propri clienti, parte integrante delle reti di telecomunicazioni, in particolare per l’accesso radiomobile e reti broadcasting.

Nel 2014 ha registrato ricavi (pro forma) per 313 milioni, con un utile di 82,2 milioni. Genera l’80,6% dei ricavi verso Telecom. Dopo un margine operativo lordo (pro forma) di 134,6 milioni nel 2014 si attende nei nove mesi dal primo aprile alla fine del 2015 un mol di 103,3 milioni, inclusi oneri per 0,7 milioni per l’avvio delle attività.

«Visto che vogliamo creare la più grande tower company in Italia, siamo stati contattati dagli operatori del settore, sia quelli già operati in Italia che quelli ancora non presenti, ma questi contatti – ha spiegato Patuano – non hanno portato ancora ad alcuna decisione. Il focus restano comunque le torri di telecomunicazione, anche se Telecom Italia non esclude per ora opportunità anche con quelle di broadcasting. L’obiettivo strategico di lungo termine è essere protagonisti del consolidamento del settore e avere tutte le opzioni alla nostra portata». Per trasmettere la novità ai possibili investitori è pronto anche un piano di comunicazione: «Come tutte le Ipo bisogna raggiungere il mercato retail – ha detto Patuano – e radio e stampa sono i veicoli principali su cui ci muoveremo, l’importante è che il mercato sia perfettamente informato sull’investimento azionario».

 

Elena Pescucci

 

 

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