Cannes: primi riconoscimenti per gli Italiani nella categoria Pr. Valli: “Le imprese mostrino più attenzione a Cannes”

Primi riconoscimenti per l`Italia al 60esimo Festival Internazionale della Creatività di scena in questi giorni a Cannes. Nella categoria Pr “The Candidate”, spot realizzato da Publicis Italia per conto di Heineken International conquista un Gold Lion, mentre Loveville di Havas Worlwide Milano si aggiudica un inaspettato Leone di bronzo.

Per the Candidate si tratta invece di un risultato atteso, visto che la campagna ha registrato parecchi apprezzamenti che le hanno consentito di entrare in diverse shortlist. “Dietro The Candidate – spiega Cesare Valli, a Cannes nelle vesti di giurato nella categoria Pr – c`è una grande idea creativa alle spalle: l`aver realizzato delle interviste in un modo così originale ha prodotto un lavoro sorprendente. 

Inoltre c`è stata anche una formidabile esecution; questo filamato, infatti, è diventato veramente viral, con una una copertura in tantissimi Paesi. I risultati sono fondamentali a Cannes, le giurie guardano sempre sia la creatività ma anche I risultati prodotti, e quindi la capacita di fare una buona esecuzione sono altrettanto importanti. Per intenderci se il lavoro presenta una eccellente creatività ma che non produce risultati, allora le chance di vincere sono ridotte al lumicino”. 

Nonostante fossero inizialmente 6 I lavori candidati alla conquista dei metalli, i due premi rappresentano un segnale importante, da non sottovalutare: “Si tratta sicuramente di un buon risultato; vincere un Leone a Cannes non e` mai facile. 

Pero` – sottolinea Valli – noto con dispiacere che degli oltre 13 mila lavori presentati quest’anno, un record storico per Cannes, pochi di questi sono italiani. Credo che l`Italia avrebbe potuto aspirare ad avere più leoni se le imprese avessero dato un pò più di attenzioni a Cannes”. 

Per quanto concerne gli altri Paesi, l`Australia conquista il Grand Prix con la campagna Dumb ways to die realizzata da McCann Melbourne per Metro Trains. 

Lorenzo Martorana

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