Il Caravaggio discusso, in mostra a Brera

Sarà ricordata come l’opera della discordia. E la mostra che la ospita, al centro della discussione, si tiene a Brera fino al 5 febbraio. L’opera che fa discutere è una controversa attribuzione a Caravaggio. Si tratta di Giuditta che decapita Oloferne, ritrovata due anni fa nella soffitta di una villa a Tolosa, in Francia, e attorno alla quale ruota tanta incertezza. Il quadro è mostrato al pubblico per la prima volta, a Milano, in occasione del terzo appuntamento del ciclo il “dialogo”. La “Cena di Emmaus”, capolavoro riconosciuto di Michelangelo Merisi di proprietà della Pinacoteca di Brera, dialoga per l’occasione con il dipinto di “Giuditta e Oloferne” che ha diviso gli stessi studiosi quanto ad attribuzione e che viene presentata per questo a Milano con una didascalia munita di asterisco, per specificare che a volerla attribuire al Caravaggio sono i proprietari dell’opera e non la Pinacoteca. 

Il comitato scientifico di Brera si è diviso sull’opportunità di esporre l’opera controversa, e uno dei suoi componenti, lo storico dell’arte Giovanni Agosti, ha dato le dimissioni, in aperto contrasto con il direttore James Bradburne. Il direttore è convinto invece che “la missione di un museo deve essere quella di creare le condizioni per la ricerca, al fine creare nuove conoscenze e nella massima trasparenza”. Nel frattempo la Pinacoteca di Brera sta organizzando una giornata di studi a porte chiuse per discutere sulla paternità dell’opera. Si tratta di un “dialogo”, quindi, che ha già portato allo “scontro”. Non c’è da stupirsi trattandosi di Caravaggio, artista dalla vita movimentata, che come tutti i grandi artisti è avvolto da un alone di mistero. Questa volta la scintilla è il terzo dei “Dialoghi” che mettono al centro un capolavoro di Brera con opere da altri musei che il direttore James Bradburne. Tale dialogo, alla Pinacoteca di Brera, propone una comunicazione attorno a una delle opere più importanti della collezione del museo, la Cena in Emmaus di Caravaggio. Tutto inizia nel 2014, quando,  per una perdita d’acqua in soffitta, casualmente una famiglia di Tolosa scopre un quadro che dai tratti, i personaggi e la luce riconducono ad uno stile caravaggesco. Definita un ‘Caravaggio ritrovato’, l’opera è stata affidata al cabinet di esperti di Eric Tarquin che ha presentato ufficialmente il capolavoro “Giuditta che decapita Oloferne”. Alcune sale della Pinacoteca di Brera sono state allestite in modo da poter confrontare  quest’opera con altre del maestro lombardo e di un suo copista Finson. Philippe Daverio, membro del Comitato scientifico della Pinacoteca, era presente alla conferenza stampa e ha sottolineato l’importanza della vivacità culturale che i musei dovrebbero avere e di come questi “vivono se generano godimento”. La concezione di un museo come un laboratorio per la nascita di nuove idee, sembra essere l’idea condivisa da tutti i partecipanti. Il curatore della mostra, il professore Nicola Spinosa, ribadisce il concetto che vede il museo connotato come  luogo di studio e formazione e non come semplice contenitore di opere d’arte. Lo scopo del nuovo allestimento incoraggia il visitatore a partecipare attivamente al dibattito critico. Il direttore James M.Bradburne che ha dichiarato “osservare è un atto democratico”. Ciò che conta è l’osservazione della realtà.” Ci sono argomenti favorevoli ”per considerare la Giuditta ‘francese’ ad opera di Caravaggio. Daverio sottolinea anche che l’interesse di Brera non è far salire le quotazioni del quadro  sul mercato (in quanto bloccato alla vendita per tre anni) ma creare dialogo. Il curatore Nicola Spinosa ha poi sottolineato l’importanza della qualità del quadro e della sua osservazione al di là dei documenti. “Brera ha fatto un’operazione importante da un punto di vista civile e culturale- ha detto-  È doveroso osservare un’opera in maniera diretta e non attraverso le fotografie per aprire un confronto e un dialogo”. Secondo Spinosa la mancata attribuzione certa a Caravaggio è dovuta alla preoccupazione d’immettere un’opera così importante sul mercato.

Adele Messina

Giornalista, blogger, Tecnico per la Comunicazione e il Multimedia nel Patrimonio Culturale, Turismo ed Enogastronomia 

Per entrare in contatto con l’autrice: adelemessina.press@gmail.com

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