Donne e fotografia, a Roma

Un bello spazio di Roma che dedica un’ampia esposizione alle donne. Il Palazzo delle Esposizioni presenta “L’altro sguardo. Fotografie italiane 1965- 2018”. La mostra propone una selezione di oltre duecento fotografie e libri fotografici provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, costituita con lo scopo di promuovere la conoscenza delle più originali interpreti nel panorama fotografico italiano dalla metà degli anni Sessanta a oggi. La collezione, unica nel suo genere in Italia, è composta da opere fotografiche realizzate da circa settanta autrici appartenenti a generazioni ed ambiti espressivi diversi, dai lavori pionieristici di Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano, Carla Cerati, Paola Mattioli, Marialba Russo, sino alle ultime sperimentazioni condotte tra gli anni Novanta e il 2018 da Marina Ballo Charmet, Silvia Camporesi, e numerose altre. La collezione di Donata Pizzi è stata presentata per la prima volta alla Triennale di Milano nel 2016 nell’ambito di un progetto nato in collaborazione con Mufoco, Museo di Fotografia Contemporanea di Milano- Cinisello Balsamo e viene ora proposta al Palazzo delle Esposizioni arricchita delle nuove acquisizioni. In Italia l’ingresso massiccio di fotografe, fotoreporter e artiste nel circuito culturale risale agli anni Sessanta: in questo momento l’accesso delle donne al sistema dell’arte e del fotogiornalismo, ambiti rimasti a lungo appannaggio quasi esclusivo di presenze maschili, è favorita dai repentini cambiamenti socio-politici e dalle nuove istanze sollevate dal femminismo. Grazie anche alle conquiste di quella generazione oggi fotografe e artiste hanno acquisito posizioni di primo piano nella scena italiana e internazionale. Nonostante la decisa inversione di rotta, la disparità di genere è a tutt’oggi un problema esistente e la storia di molte fotografe è ancora da riscoprire e valorizzare. La consapevolezza di questa carenza nella cultura fotografica italiana, il riconoscimento della disattenzione delle istituzioni, del collezionismo e della critica hanno spinto Donata Pizzi a dare inizio alla raccolta esposta oggi al Palazzo delle Esposizioni di Roma e presentata nell’ottobre del 2016 alla Triennale di Milano. Le opere della collezione testimoniano momenti significativi della storia della fotografia italiana dell’ultimo cinquantennio: da esse affiorano i mutamenti concettuali, estetici e tecnologici che l’hanno caratterizzata. La centralità del corpo e delle sue trasformazioni, la necessità di dare voce a esperienze personali e al vissuto quotidiano e familiare, il rapporto tra la memoria privata e quella collettiva sono i temi nevralgici che emergono dalla mostra e legano tra loro immagini appartenenti a vari decenni e generi, dalle foto di reportage a quelle più spiccatamente sperimentali. In mostra verrà proposto inoltre il documentario Parlando con Voi, con interviste a molte delle fotografe in mostra, tratto dal libro omonimo di Giovanna Chiti e Lucia Covi, prodotto su idea di Giovanni Gastel da AFIP International – Associazione Fotografi Professionisti e Metamorphosi Editrice. L’esposizione si articola in quattro sezioni: fotografia di reportage e di denuncia sociale “Dentro le storie”, rapporti tra immagine fotografica e pensiero femminista “Cosa ne pensi tu del femminismo?”, identità e rappresentazione delle relazioni affettive “Identità e relazione”, e, infine, alle ricerche contemporanee basate sull’esplorazione delle potenzialità espressive del mezzo “Vedere oltre”. Lo spazio espositivo del Palazzo si sviluppa su due piani così da rendere completamene autonome le tre aree espositive, rivestite da un sistema di pareti verticali a fondo neutro e uniforme che si presta a qualsiasi tipo di esposizione. L’illuminazione è stata studiata appositamente dall’architetto Michele De Lucchi e consiste in grandi pannelli sospesi motorizzati su cui sono montati i vari sistemi di illuminazione sia per le opere che per gli spazi. Il sistema è estremamente flessibile e permette anche nei casi di esposizione di opere di dimensioni ridotte di diminuire la monumentalità delle sale.

Adele Messina

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