Made.com, l’e-commerce “made to order” raggiunge quota 300mila clienti. Investimenti marketing bilanciati tra online e offline

Ning Li
Ning Li

Una piattaforma dedicata agli appassionati di design che sono alla ricerca della qualità ad un prezzo realmente accessibile. Parliamo di Made.com, brand che dopo essere stato lanciato nel 2010 a Londra nel quartiere di Notthing Hill (una delle zone più creative e di tendenza della capitale), ha registrato una crescita del 100% anno su anno, arrivando ad attirare oggi più di 1 milione di visitatori unici al mese e oltre 300.000 clienti, tra Regno Unito, Italia e Francia, con questi ultimi due Paesi che pesano intorno al 15% sul fatturato aziendale. Made.com opera solo online e si basa su un modello di business che elimina tutti gli intermediari – agenti, importatori, magazzini e negozi – presenti nel processo di produzione e distribuzione collegando i consumatori direttamente con i designer ed i produttori. In questo modo è possibile una riduzione significativa dei costi che Made.com reinveste garantendo al cliente un design di qualità in costante evoluzione. Il progetto nasce grazie all’incontro di tre appassionati di design: Ning Li (ceo), Chloe Macintosh and Julien Callede. Questo modello di business innovativo consente inoltre di risparmiare tempo: Made.com è in grado, infatti, di lanciare due nuove collezioni ogni settimana diversamente dagli standard di settore. Ogni sette giorni Made.com raggruppa gli ordini dei clienti secondo un modello di produzione “made to order”, collaborando con produttori internazionali selezionati per la qualità del loro lavoro, che hanno aderito con entusiasmo al nuovo modello di business ancora unico in Italia. Made.com collabora con più di 15 designer riconosciuti a livello internazionale, come Allegra Hicks e Steuart Padwick. Le collezioni vengono prodotte in tutto il mondo, tra cui India, rinomata per i suoi tappeti, Italia, da cui sia attinge la pelle e Regno Unito per il mobile imbottito. Ne derivano investimenti in marketing e comunicazione equamente bilanciati tra i canali on e offline. Nel primo caso la ripartizione è così suddivisa: 30% google, 30% display, 20% retargeting and affiliation, 20% social media. Mentre per quanto concerne i mezzi “più tradizionali” pesa maggiormente ancora la carta stampata (70%), rispetto al 30% di radio, tv e outdoor. I clienti vengono coinvolti direttamente nel processo di sviluppo del prodotto. Con periodici sondaggi attraverso canali social media e grazie ad una apposita pagina dedicata al voto sul sito (crowdsourcing), danno il loro feedback su quali prodotti vorrebbero vedere realizzati, oltre a fornire opinioni su tessuti, forme e colori. «Il consumatore italiano conosce il design e l’arredamento meglio di chiunque altro – ha spiegato il ceo e co-founder Ning Li – ma abbiamo la sensazione che stia perdendo l’opportunità offerta dall’e-commerce per realizzare i suoi acquisti. Il successo nel Regno Unito e in Francia ci ha dato la spinta necessaria per decidere di entrare nel mercato italiano e per condividere i nostri progetti con un pubblico esigente, attento al design ma anche al prezzo».

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