Il punto di vista di Saatchi & Saatchi sul lusso

Giuseppe CaiazzaSaatchi & Saatchi propone il “suo” punto di vista sul lusso fuori dagli schemi tradizionali. L’agenzia infatti ha recentemente condotto uno studio sul lusso attraverso una particolare e proprietaria metodologia etnografico qualitativa, l’Xploring, quotidianamente utilizzata per i numerosi clienti che il network serve nel mondo. Lo studio è stato condotto in nove paesi – Thailandia, Cina, Giappone, India, Emirati Arabi, Messico, Stati Uniti, Regno Unito, Italia – e analizza i cambiamenti in atto del settore lusso e individua, nelle modalità di comunicazione dei marchi premium, la nuova dimensione strategica, coerente a un concetto di lusso legato sempre più alla sfera personale. Ne è risultato che 5 miti del concetto di lusso mutano in 5 nuove interpretazioni che portano alla democratizzazione del consumo d’élite. Partendo dall’Xploring, 5 i miti di concetto di lusso  che Saatchi & Saatchi individua mettendone in risalto i cambiamenti. Si parte da “ideale esclusivo a umano inclusivo”, da prodotto inaccessibile e distaccato oggi il lusso deve diventare fonte di valori umani, forti e duraturi; “da tradizione a innovazione”, il nuovo lusso deve comunicare amore per l’innovazione, apertura verso un mondo in costante evoluzione. Terzo mito è rappresentato “Da one-off a one-to-one”, ovvero la distribuzione limitata e produzione su misura devono spostarsi verso esperienze personalizzate e più coinvolgenti. Si passa a “Da parla di sé a crea relazioni”, il passaggio del ruolo del brand quale detentore del capolavoro come “oggetto” a creatore di una relazione trasparente ed intima, e in grado di provvedere piattaforme di collaborazione per i consumatori. Infine il quinto “Da serio a giocoso” cioè è considerato lusso chi offre benessere, esperienze divertenti e rilassanti piuttosto che prodotti di prestigio, sofisticati e in qualche misura “solenni”. «Spesso, in passato, molti marchi si sono voluti ispirare al mondo del lusso con l’obiettivo di rendersi più attraenti (e di conseguenza più costosi) agli occhi dei consumatori – ha commentato Giuseppe Caiazza, ceo di Saatchi & Saatchi Italia e Francia. – La nostra provocazione ci conduce a dire che, oggi, è forse il mondo del lusso a poter trarre qualche elemento di ispirazione dai FMCG-Fast Moving Consumer Goods (beni di largo consumo). Sono loro che da qualche anno hanno aderito con entusiasmo all’inarrestabile passaggio dalla cosiddetta “Attention Economy” alla “Participation Economy”, creando un rapporto quotidiano e continuativo con i propri clienti, facilitato dalle tecnologie in continua evoluzione. A nostro parere il lusso oggi deve essere confortevole, gratificante e condivisibile, non necessariamente caro».

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