#RIVOLUZIONECREATIVA Come disse Daniele Lo Faro: «Il sonno della ragione genera ragionieri».

alfredo–accatinoQuesta notte ho sognato. Ho sognato un mondo dove le agenzie di pubblicità avevano stili diversi e riconoscibili. E differenti filosofie di engagement e comunicazione. Così, se vedevi un commercial o un annuncio, dicevi subito: “Bravi!… ho capito chi sono!”.
Ho sognato un mondo dove le agenzie avevano proprietari in carne e ossa. Che si assumevano rischi e condividevano i benefici, pronti a cambiare strategie e modalità di sviluppo anticipando l’evoluzione degli scenari. Con strutture costruite sulla creatività, dove i direttori creativi facevano i “Direttori Creativi”.

Ho sognato agenzie che amavano sperimentare e che dicevano tutte insieme “no” ai Focus Group per valutare una campagna. Perché se 150 anni fa avessero sottoposto l’impressionismo a un Focus Group non sarebbe mai passato, e lo capirebbe anche un cretino.
Ho sognato che i giovani leoni avessero diritto a finanziamenti per acquisto di tecnologie o per lanciarsi in una start up. E che creativi cinquantenni costretti a lasciare il proprio posto di lavoro sapessero di non essere mai soli, perché la loro esperienza è considerata un grande valore.

Ho sognato che piccole realtà rivoluzionavano finalmente la comunicazione web, così anziché mettere uno spot prima del filmato di youtube, si erano inventate cose molto più divertenti, che non facevano buttare i soldi e, soprattutto, incazzare gli spettatori. E ho visto giovani progettisti digitali italiani riconquistare il mercato grazie al proprio ingegno.

Ho sognato gare con massimo tre partecipanti e tutte retribuite. Ho sognato centri media che si chiedevano come raggiungere veramente il target anziché grattare il fondo del barile, con pianificazioni d’annata: “…le posso offrire un bel media mix dell’89?…”

Ho sognato agenzie di eventi che competevano con strutture di pari livello, di quelle che collocano i collaboratori e rispettano tutte le norme di sicurezza.

Ho sognato che le gare pubbliche venivano valutate da professionisti, coinvolgendo altri professionisti, e che fosse solo la qualità il parametro di vittoria. Perché l’ignoranza e la corruzione erano state rigettate – per scelta evolutiva – da ogni amministrazione.
Ho sognato strutture di logistica che, per vincere le gare, non facevano più dumping quotando hotel a 4 stelle, 20 euro a notte. Ho sognato che i canali televisivi avevano voglia di sentire nuove idee per un programma o un format, e magari aprivano un ufficio dedicato agli autori.
Ho sognato che le aziende ricevevano immediatamente chi avesse nuove idee da sottoporre. E ho sognato, pensate…che il diritto d’autore fosse a servizio di tutti i creativi. Proprio tutti, e non solo di una casta retaggio del XIX sec.

Ho sognato tutte queste cose, poi mi sono svegliato. E l’incubo è ricominciato.

Se credete che le cose si possano cambiare provate a firmare la petizione per la valorizzazione della creatività e della ricerca tecnologica.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *