Serviceplan dà una mano a Rolling Stone per “bruciare” i giga dei razzisti online

Un’ondata di razzismo ha invaso l’Italia percepibile in particolare attraverso i social. Ecco perché Rolling Stone e l’agenzia Serviceplan Group hanno pensato di colpire proprio il principale strumento d’odio dei razzisti italiani, la loro connessione dati, con l’operazione “Burn Racist Giga”, svelata solo ieri. Nelle scorse settimane è andata online una landing page che ospitava i video con contenuti razzisti più visti in Italia. Il minisito – creato esclusivamente per Burn Racist Giga – è stato pubblicizzato sui social targettizzando tutti coloro che odiano le facce di un altro colore, con l’accortezza di farlo in “dark” per evitare di coinvolgere i non razzisti. Dal minisito era possibile vedere i video solo con connessione mobile e non wi-fi e il loro peso era altissimo rispetto alle classiche clip, dunque tutte le visualizzazioni fatte sul minisito hanno bruciato i giga dei razzisti o li hanno costretti a pagare parecchio a fine mese.  Un hacktivismo che ha portato oltre 300 razzisti lontani dai social per un bel po’, e bruciato circa duemila giga e soprattutto reso internet un posto migliore: senza traffico dati mensile i razzisti non sono potuti tornare online a spargere odio, nei commenti e con i loro video. Rolling Stone ha deciso di svelare quindi l’operazione al pubblico con un videocase che coinvolge diversi personaggi famosi che sostengono questa iniziativa: da Mahmood a Dario Franceschini, da Tommaso Paradiso a Tommy Kuti, a Carolina Crescentini, a Matilda De Angelis, a Pierluigi Pardo, a Fiorello e tanti altri. Alla produzione del video ha collaborato Oltrefargo con la regia di Alessio Fava.

 

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