Asseprim lancia Controverso, l’evento-ring che ha presentato i numeri della comunicazione

Come è cambiato il mercato della Comunicazione? Quali sono i fatturati, quali i ricavi? Quali sono i trend occupazionali e quali le dinamiche tra domanda e offerta? A queste domande hanno risposto trentasei relatori di Controverso, confronti e scontri sul futuro della comunicazione, l’evento-ring promosso da Asseprim, la Federazione nazionale dei servizi alle imprese.

Le ricerche – inedite ed attuali – sono finalizzate a ridefinire la radiografia del mercato della comunicazione, allo scopo di individuare strumenti in grado di creare nuovi modelli di sviluppo.

«Il fatto che si ritorni a parlare di ‘competenze’ nell’ambito della comunicazione è già un fatto positivo, dopo un periodo in cui spesso l’improvvisazione ha prevalso sulle capacità e l’esperienza – ha dichiarato Marco Ravagnan, partner e direttore ricerche di InTribe. – I vorticosi cambiamenti, sia tecnologici che culturali, cui abbiamo assistito negli ultimi anni, hanno portato a disegnare nuove e indispensabili professionalità, sia nel mondo aziendale che in quello delle agenzie. Così nuove figure, fino a qualche tempo fa totalmente sconosciute, sono nate e sempre più si svilupperanno anche nel mondo della comunicazione. La diffusione dei social network, l’evolversi del cosiddetto Internet of Things e la massiccia mole di dati a disposizione (i big data), imporranno lo sviluppo di competenze fino ad ora considerate marginali. Ma a fianco ti queste alcune delle competenze che vengono considerate ‘tradizionali’ assisteranno ad una rinascita, o meglio, ad una loro evoluzione: così professioni legate allo storytelling alla definizione delle strategie o al coordinamento internazionale si svilupperanno tenendo conto dei nuovi linguaggi, dinamiche e canali di comunicazione».

«L’analisi si basa su dati forniti dal Servizio Studi e Statistica Camera di Commercio di Milano su Registro Imprese, in un arco temporale che va dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2015 – ha precisato Rita Palumbo, amministratore di WIP Consulting. – Dall’elaborazione emerge una situazione di stagnazione: il mercato della comunicazione in Italia è rappresentato da poco più di 27mila imprese, con una media di ricavi per anno che non supera gli 8 milioni di euro. In termini occupazionali, il trend è in crescita, ma si tratta di soggetti professionali individuali – quasi il 60% – che offrono servizi e consulenza in modo occasionale, rincorrendo incarichi che i committenti non valorizzano e che retribuiscono sempre meno e sempre peggio. Nei cinque anni presi in esame, sono state costrette a chiudere (non per azioni giudiziarie) 12.153 imprese. Sono state avviate 9.109 nuove attività (sono aumentati le imprese individuali o sono state rilevate piccole imprese da grandi gruppi). Sono scomparsi dal mercato, definitivamente, 3.044 operatori (tra società, ditte individuali e liberi professionisti). Lo scenario non è roseo: svalutazione del valore delle prestazioni professionali; aumento del numero degli addetti occasionali; ricavi in diminuzione; mortalità e (ri)nascita di nuove imprese per rimanere sul mercato con strutture agili, leggere, a bassi costi di gestione, che lavorano “a chiamata”. Il tutto a dispetto dello sviluppo strutturale del settore, della crescita sana dell’occupazione e della produzione di valore economico. Siamo in un momento di svolta, e non solo per l’introduzione delle tecnologie digitali che stanno modificando profondamente i modelli di produzione delle imprese di comunicazione. Il settore denuncia elementi di grande debolezza economica e sistemica, che vanno affrontanti con urgenza e coerenza. Occorre fare rete tra imprese non solo per conquistare e mantenere quote di mercato, ma per produrre cultura della comunicazione, per creare valore economico ed associativo. Si tratta di una grande sfida che parte da Milano e dalla Lombardia, regione che ha mantenuto il primato in Italia, anche durante gli anni peggiori della crisi, per fatturati, numeri di imprese ed occupazione».

 

Elena Pescucci

<a href="https://youtu.be/RGxZ4tU4j44">https://youtu.be/RGxZ4tU4j44</a>

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