Upa e tax credit, Antonio Catricalà: «Ne parlo con Letta»

Denso di notizie e momenti caldi l’appuntamento 2013 con il convegno Upa. Il presidente dell’associazione degli utenti di pubblicità, Lorenzo Sassoli de Bianchi, ha chiamato in causa il governo proponendo una detassazione degli investimenti incrementali delle imprese in comunicazione.

Dopo Sassoli è toccato al viceministro dello sviluppo economico, Antonio Catricalà, dare una prima risposta. E Catricalà si è detto ottimista. Ha chiarito di avere già parlato dell’idea con il ministro delle finanze e di avere concluso con lui che l’eventuale intervento di sostegno alla ripresa non avrebbe bisogno di copertura finanziaria.

Catricalà ha spiegato che la risposta definitiva arriverà quanto prima direttamente dal premier Enrico Letta dopo che l’idea verrà esaminata e approfondita in sede di Consiglio dei Ministri.

Il viceministro ha parlato anche del tema critico dei diritti di negoziazione. Secondo Catricalà è auspicabile adottare il metodo dell’autoregolamentazione governata. Meglio sarebbe, in sostanza, se fossero centri media, utenti, editori e concessionarie a trovare un accordo in materia. Magari con il supporto di un authority indipendente.

In tema Rai, Catricalà ha ricordato come nel 2006 scadrà il contratto di servizio; sarà quella la data chiave in cui la tv pubblica dovrà dimostrare di avere riconquistato autorevolezza e credibilità. In tema di pubblicità sessista e impegni dell’Upa su questo fronte, Annamaria Testa ha sottolineato come l’Italia al momento sia all’ottantesimo posto nella classifica stilata internazionalmente secondo un riconosciuto gender gap index.

La nostra pubblicità deve in fretta abbandonare lo stereotipo della donna fresca del passaggio dal parrucchiere con in mano una zuppiera ed un sorriso falso stampato in viso. Un racconto più realistico della condizione femminile renderebbe oltretutto la pubblicità più credibile, efficace e memorabile. 

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