FUTURE POWER: ENERGIA DA FONTI ALTERNATIVE E SOSTENIBILI

Ho intervistato l’ingegnere Marco Baudino titolare di Future Power. In questo periodo i costi dell’energia stanno subendo impennate preoccupanti, e occorre puntare decisamente alle alternative di nuova generazione e a quelle più efficienti. Quella di Baudino è una soluzione che risolve (dati alla mano) l’idea di circolarità delle risorse e lo fa con un metodo già ampiamente testato che, rispetto ad altri impianti con i quali potrebbe essere confuso, rappresenta in realtà un notevole balzo in avanti. Lo lascio spiegare a lui: “Gli impianti e i mini impianti innovativi “a solido” (Patent) proposti da Future Power sono la perfetta opportunità per le comunità che devono smaltire i propri scarti organici con impianti su misura, adattabili e modulari, che necessitano di aree estremamente ridotte rispetto ad impianti tradizionali (non idonei allo scopo). I nostri impianti producono varie forme di reddito: in cogenerazione, energia elettrica e termica; “fertilizzante bio” ricavato dal “ricco” digestato; “servizio reso” di raccolta e valorizzazione a chi lo adotta. Lo scarto organico (non solo pollina, letame, scarti di frantoio, vinacce, scarti alimentari, scarti agricoli in genere, ma anche gli scarti organici urbani…) diventa un generatore di elevati e garantiti ritorni economici. I settori che si possono avvantaggiare con questa tecnologia sono in sintesi: agro-zootecnico-forestale e orto-floro-vivaistico; l’agro-alimentare di trasformazione e preparazione di alimenti (caseifici, trattamento carni, pastifici e prodotti da forno, mulini, trattamento frutta e verdura, ecc.); urbano e sociale (gestione giardini e frazione organica dei rifiuti). Operiamo ovunque ci siano scarti di produzione e residui organici di comunità che oggi sono un costo di smaltimento, ma che i nostri impianti consentono di autogestire, creando reddito, prosperità sociale, rispetto dell’ambiente. Gli interlocutori possono essere i singoli Comuni attenti all’innovazione sistemica, le attività di distribuzione, la GDO, la ristorazione professionale e turistica e le comunità agro-sociali e urbane. La gestione dei rifiuti, oggi passivo fisso delle amministrazioni locali e di molte imprese diventa un reddito di comunità. Gli impianti sono semplici sebbene il loro funzionamento abbia basi scientifiche basate su processi di metanogenesi collaudati, concentrati sulla sola matrice solida organica e senza (inutile) acqua aggiunta, con una conseguente maggiore resa energetica. Il materiale di alimentazione dell’impianto, una volta digestato e trattato nel processo di stabilizzazione biologica prevista, diventa un ammendante biologico di alta qualità da utilizzare in house o rivenduto con certificati che caratterizzano il prodotto e lo valorizzano commercialmente. Gli impianti accedono a contributi sia locali (PSR) sia Nazionali/Europei legati al Next Generation Fund e alla declinazione del PNRR, consentendo di abbattere l’apporto finanziario privato. Il piano di resa rende l’investimento molto appetibile. Per esempio: ipotizzando la versione da 1,5 milioni di euro più Iva, un conto approssimativo di Pay Back Time, porta ad una resa generale lorda minima di 367.000 €/anno che garantisce un ritorno dell’investimento (esclusi eventuali incentivi conto capitale) in poco più di 4 anni. I costi ordinari annui di manutenzione e gestione non superano i 100.000 € annui. E sono impianti veloci da installare che generano rese che qualitativamente potremmo dire addirittura cumulativamente concorrenti del nucleare perché si nutrono di scarti che esistono e che noi, umani, continuiamo a creare in “circolarità naturale”. Per esempio, in 4 mesi dal Permesso a Costruire (travaglio per ottenerlo a parte) l’impianto è montato, funzionante e posiziona 100 kW di potenza elettrica per ogni comunità. Se in Italia arrivassimo in 1.000 comunità, con ciascuna il suo Mini Impianto, produrremmo ogni anno, nelle 8.000 ore di funzionamento garantito, 800.000.000 kWh di energia elettrica (e altrettanta termica) con 0,1 GWel installati in modo distribuito. Portiamo la produzione di energia sul posto, coinvolgendo il posto; non l’energia prodotta altrove da terzi… “la sovranità è fatta anche dalla capacità di autoprodurci l’energia” (Nicola Tesla). E tutto questo solo trattando gli scarti organici fisiologicamente esistenti e disponibili sul posto…. Conto Economico disponibile.” https://www.futurepowersrl.eu/technical-department/

Pietro Greppi

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