La rappresentazione inclusiva nei media. La situazione in Italia spiegata da Diversity
Presentata la quinta edizione dei Diversity Media Awards, ideati e promossi da Diversity, no-profit fondata e presieduta da Francesca Vecchioni, che ogni anno presenta il Diversity Media Report, unica ricerca in Italia che rileva e premia i contenuti mediali e i personaggi che valorizzano i temi della diversità nell’informazione (a cura dell’Osservatorio di Pavia) e nell’intrattenimento (a cura del comitato scientifico di Diversity). I Diversity Media Awards premiano la rappresentazione inclusiva di genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, etnia, età e generazioni, disabilità nei contenuti mediali. Un lavoro di ricerca e valutazione che coinvolge Diversity tutto l’anno e che trova la sintesi nell’appuntamento del 29 novembre con una serata-evento diffusa in diretta streaming (TRULive) – durante la quale saranno consegnati i riconoscimenti ai vincitori e alle vincitrici. Riguardo al report e guardando al mondo dell’intrattenimento, nel 2019 è emersa con forza l’importanza dell’intersezionalità del racconto, ossia i personaggi non sono più definiti da una sola caratteristica (il genere, o l’orientamento, o l’etnia, etc), ma hanno abbracciato un’altra complessità, con un’identità ricca di sfaccettature. L’approccio intersezionale risulta molto efficace nei prodotti stranieri (Special e Pose – Netflix) in cui si intrecciano con grande naturalezza tematiche e identità differenti. Attenzione è riservata al mondo femminile (Volevo fare la rockstar – Rai2) e alle tematiche LGBT+. Nel 2019 cresce anche il numero di contenuti che hanno raccontato storie e persone legate al tema dell’etnia con serie tv internazionali molto apprezzate dalla critica e dal grande pubblico (When they see us – Netflix, Watchmen – Sky Atlantic) e programmi tv italiani caratterizzati da una narrazione profonda e complessa delle questioni legati alla diversity etnica (Love me stranger – laF – Sky135). Per ciò che riguarda la comunicazione pubblicitaria i brand hanno dimostrato di aver capito la necessità di trattare questi temi. Una consapevolezza che però si traduce in comunicazione efficace e credibile solamente quando ciò che viene affrontato è ben rappresentativo del momento sociale, e soprattutto in coerenza con i valori del brand. In caso contrario ci si trova davanti a prodotti superficiali, percepiti come non autentici e respingenti per il pubblico. Il rischio infatti è che il pubblico, a oggi più consapevole su questi temi, vi veda un’attività di diversity washing, o una mera forma di makeup commerciale. Nel mondo della pubblicità sono numerosi i brand che si espongono sui social e sul web con contenuti di impatto, quelli che però arrivano fino alla diffusione televisiva sono decisamente meno. Tra questi sono emersi Decido io (Tampax), Voglio (Amazon Alexa), #IAMTHESPORT (Cisalfa), Love people, not labels (OVS). Come ogni anno i prodotti mediali emersi dal Diversity Media Report entrano in nomination per i Diversity Media Awards. I vincitori saranno annunciati il 29 novembre nel corso di una serata-evento trasmessa in streaming sui canali digitali di Diversity e sui siti dei principali broadcaster e editori italiani. Si apre quindi fino al 3 novembre il voting online in diverse categorie delle nomination su www.diversitylab.it.