Ripartire al femminile

Con un articolo dell’avvocato Alessandra Fagotti, inauguriamo “Ripartire al femminile”, una serie di riflessioni dedicata all’approfondimento del dopo emergenza visto dal punto di vista delle donne. Ovvero quelle che, secondo molti, sono le grandi dimenticate dell’emergenza Covid, che in realtà le ha viste protagoniste assolute sul lavoro e sul fronte domestico.

Alessandra Fagotti, 40 anni, avvocato, Perugia, Umbria.

“Ho sempre ringraziato le sedie scomode perché mi hanno dato la forza di alzarmi”. Questo è sempre stato il mio motto nella vita e spero che possa essere d’ispirazione anche in questo momento. Il Covid-19 non è soltanto una sedia scomoda, è un nemico invisibile che ci avvolge, ci penetra nella mente e nel corpo, ci spaventa e ci divide. Questo però è un dato di fatto. Oggettivo. Da cui ripartire. O meglio, partire con una nuova, importantissima, esperienza. La frase “basta un attimo e tutto può crollare” non è più solo uno spauracchio. È la nostra nuova condizione. E allora perché non ripartire proprio da qui? Ma come? Come una donna sa bene: con dinamicità, capacità di osservazione e ascolto dei problemi ed elaborazione delle richieste che vengono oggi dalla società! Se ci pensiamo bene, tutto ciò che fino ad ora era fondamentale, attualmente sembra essere diventato superfluo, ma è anche vero che tutto ciò che prima davamo per scontato, oggi è diventato fondamentale. Per fortuna abbiamo strumenti tecnologici che mai come oggi ci consentono di mettere in piedi e sfruttare un networking per organizzare qualsiasi attività e raggiungere quasi chiunque, ovunque. Quindi, ascoltiamo, pensiamo, organizziamo nuove attività. Una visione, a mio avviso, tipica delle donne, che presuppone un’attività fondamentale: parlare con le persone, ascoltarle, cercare di capire quale sia il problema da risolvere. È tutta femminile la capacità di passare ore al telefono spaziando dai problemi esistenziali ai problemi lavorativi e sentimentali. Perché non usare questa modalità anche per raccogliere i bisogni della nuova società che si sta delineando? Il dialogo tra persone, in qualsiasi contesto, produce scambio di informazioni da cui possono partire idee e progetti. Lo abbiamo visto in Umbria con l’iniziativa “Trova Alloggio Sanitari Covid-19” che dal confronto con chi aveva bisogno di un alloggio e con chi poteva averne uno disponibile, si è trasformato nel progetto internazionale “Emergency Home Help”. Torniamo a raccontarci, a non dare nulla per scontato, a parlare più che twittare. Dopo di che: sintesi dei dati, spacchettandoli in esigenza primaria, difficoltà riscontrate e casi similari. Da ultimo: l’idea, più semplice possibile, quasi basilare, come se si dovesse comunicare ad un bambino, ricordandoci che i bambini non sono meno intelligenti degli adulti, ma solo più semplici. Credo che in questo le donne, tutte, sia chi è madre, sia chi non lo è, come me, sarebbero già naturalmente pronte, anche se a volte sottovalutate dalla società perché troppo “semplicistiche”, troppo “confidenziali”, troppo “casalinghe”. Ecco, se c’è una cosa che questo virus ci ha insegnato è proprio questo: ripartiamo da casa.

Avv. Alessandra Fagotti

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