Kantar Covid-19 Barometer: consumi media in continua crescita

Centennials (18-24 anni) e Millennials (25-34 anni) stanno subendo in questi giorni l’impatto della pandemia Covid in modo più severo rispetto alle altre generazioni. A evidenziarlo la terza wave del Kantar Covid-19 Barometer, studio globale che analizza come il Coronavirus stia modificando le attitudini degli individui, i loro comportamenti e le attese in più di 50 Paesi. Nonostante i livelli medi di preoccupazione fra queste generazioni siano più bassi rispetto alla media, la pandemia sembra avere un impatto decisamente più serio su Millennial e Centennial – il 35% dei 18-24enni ed il 37% dei 25-34enni dice di essere seriamente preoccupato per la situazione mentre si arriva al 41% per la media della popolazione Più di metà dei Millennials (52%) ed il 49% dei Centennials dice di avere già avuto conseguenze sul proprio reddito ed un ulteriore 26% nella fascia d’età 18-34 anni si aspetta di averne in futuro – più di ogni altra generazione. In questo periodo le fruizioni media in casa e online in generale sono cresciute in modo significativo durante il lockdown, soprattutto fra le audience più giovani. L’online video ha visto l’aumento più elevato, con il 72% dei Centennials e il 69% dei Millennials che affermano di guardarli di più (vs 52% media generale). Fra tutte le piattaforme online, YouTube è cresciuta maggiormente, con il 71% dei Centennials ed il 65% dei Millennials che dichiarano di utilizzarlo di più. Anche TikTok sta crescendo, (+33% di utilizzo fra i Centennials e + 27% fra i Millennials). Anche l’utilizzo dei social media è in aumento, con più di due terzi dei 18-34 enni (68%) che passano più tempo sui canali social. Instagram è il canale che ha visto la maggior crescita fra i giovani adulti (63% dei Centennials e il 49% dei Millennials dicono di usarlo di più), forse perché molte più persone ne usano le diverse funzionalità video e di live-streaming per prendere parte ad attività come sessioni di attività fisica virtuale e lezioni di cucina. Rispetto alle altre generazioni, i giovani adulti hanno attese più elevate sul fatto che le marche debbano attivarsi in modo più provocativo nei confronti della società e dei cittadini: il 50% dei Centennials ed il 46% Millennials dichiarano che le aziende dovrebbero fare donazioni per supportare l’acquisto di mascherine e disinfettanti per gli ospedali (vs 44% media generale). il 39% dei Centennials ed il 33% dei Millennials crede che le aziende debbano fare donazioni a supporto della ricerca scientifica (vs 32% media generale). il 22% dei Centennials ed il 23% dei Millennials pensa che le marche dovrebbero essere d’esempio e giuda per il cambiamento (vs 18% media generale). In linea con la popolazione generale, solo il 6% dei Millennials e dei Centennials crede che le marche debbano smettere di fare pubblicità. L’utilizzo dell’umorismo in pubblicità nel contesto attuale invece, polarizza la popolazione sul tema: il 38% degli individui crede sia inappropriato in questa situazione, anche se il 24% degli intervistati non è d’accordo. Ma rispetto alle generazioni più adulte, i 18-34enni sono poco più resistenti all’utilizzo dello humor in tempi di crisi come quelli attuali, con il 41% dei Centennials ed il 39% dei Millennials che affermano che lo humor non dovrebbe essere utilizzato.

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