Sirelli e i suoi robot al Marca

Una mostra molto particolare è appena stata inaugurata al Marca di Catanzaro. Si parla di qualcosa che incuriosisce tutti, a tutte le età. Robot. Chi se non l’uomo dei robot per eccellenza, potrebbe esporre queste creature a Catanzaro, tra l’altro sua città natìa? Massimo Sirelli, sì. Da alcuni anni l’artista è il nome di riferimento in Italia per l’arte applicata al concetto di upcycling, speciale forma di creatività attraverso cui materiali di scarto vengono trasformati in oggetti il cui valore si moltiplica. Doppia forza per questa mostra dunque. La ricerca artistica di Sirelli affonda le radici nel mondo del writing e della street art. Lo spirito fanciullesco ha sicuramente influito, e così sono nati i suoi Robot, creature assemblate con oggetti provenienti dai mercati, dagli scaffali, dalle strade di tutto il mondo. Ogni sua opera, ogni robot, ovviamente racconta la sua storia, la sua identità. E ognuno trova spazio nel progetto speciale di Sirelli: la prima Casa Adozioni di Robot da compagnia al mondo. Un progetto nato dalla voglia di sperimentare attraverso la cultura del design del riutilizzo una forma di creatività consapevole che mette in primo piano l’aspetto emozionale della materia. I robot di Sirelli sono passati per esposizioni, mostre e workshop in tutto il mondo, oggi trovano spazio tutti insieme nella grande personale “Teneri bulloni”, nella città d’origine dell’artista. Il progetto è curato da Altrove, organizzazione che negli ultimi anni ha lavorato con alcuni fra i più interessanti artisti della scena contemporanea italiana e internazionale. Un progetto nato dalla voglia di sperimentare attraverso la cultura del design del riutilizzo una forma di creatività consapevole che mette in primo piano l’aspetto emozionale della materia. Dopo essere passati per esposizioni, mostre e workshop in tutto il mondo, finalmente i Robot di Sirelli, realizzati attraverso il riuso creativo degli imballaggi in acciaio, materia prima permanente che si ricicla all’infinito senza perdere le proprie qualità, trovano spazio tutti insieme in una grande personale nella città d’origine dell’artista: “Teneri Bulloni”, in mostra fino al 30 agosto al museo Marca di Catanzaro diretto da Rocco Guglielmo. Una mostra che raccoglie le creazioni realizzate negli ultimi anni e ne presenta di nuove, in accordo con l’idea di raccontare storie fantastiche di centinaia e ancora mille vite. “Negli ultimi anni ho camminato nelle fitte vie di Khan el Khalili a Il Cairo, ho contrattato con i venditori di Monastiraki ad Atene, nei vicoli del Barrio Gotico, tra i banchi polverosi del mercato de Los Encantes a Barcelona fino al Carreau du Temple nel Marais di Parigi. Costruire questi Robot per me è un atto d’amore, cerco di raccontare la vita delle persone che ho incontrato e degli amici che mi stanno intorno.” Il suo meraviglioso mondo, dove trovano spazio queste creature oniriche e fantastiche, l’autore lo racconta un po’così. Con i Robot di Sirelli, magicamente, i residui delle emozioni del passato si trasformano in nuova vita proiettata nel futuro. Tutto viene meravigliosamente messo in discussione, e torna a vivere. Una mostra a cura di Altrove dunque, con il patrocinio di Comune di Catanzaro, Fondazione Rocco Guglielmo e il contributo tra gli altri di Guglielmo, Linvea, Amarelli, Callipo. Una bella occasione anche per chi sceglierà la Calabria come meta estiva, visitabile per tutta l’estate dal martedì alla domenica. Ricordiamo “Intersezioni”, la grande rassegna di scultura curata da Alberto Fiz che si svolge dal 2005, durante il periodo estivo, all’interno della straordinaria area archeologica di Scolacium, sulla costa jonica, a soli dieci chilometri dalla centro di Catanzaro. Nell’antica città di Minervia Scolacium, tra la Basilica Normanna, il Foro, il Teatro Romano, circondati da un uliveto tra i più estesi del Mezzogiorno in uno scenario unico, la scultura entra in diretta relazione con la storia dando vita ad una mostra concepita per il luogo che assume caratteristiche esclusive.                 Adele Messina

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