Contactlab chiude a +10% sul 2015 e lancia “Contacthub”

La Cina rappresenta circa il 16% del giro d’affari del lusso mondiale (+10% nel 2016 sul 2015). I clienti cinesi che comprano sia in patria che all’estero, invece, rappresentano il 30% del mercato del lusso mondiale. Sono questi i dati che emergono dal rapporto “Chinese Luxury Demand Momentum: A few original data points”, realizzato da Contactlab in collaborazione con Exane BNP Paribas. In sostanza, lo shopping di lusso si sta sempre più consolidando nel mercato domestico a discapito degli acquisti fatti dai consumatori cinesi all’estero. La domanda di lusso nel mercato domestico, paragonato ai rispettivi valori 2015, a partire dal Q2 2016 è cresciuta dal +5% al +25% nel Q4 del 2016. Si possono quindi pronosticare stime positive di crescita a due cifre del mercato domestico anche nel 2017.

Inoltre, la penetrazione dell’ecommerce nel Paese, dove si registra il 7-8% di vendite online sulle vendite totali, è in linea con il resto del mondo. Attraverso una Digital Competitive Map, Contactlab fa notare come brand internazionali e locali abbiano fatto passi importanti nell’offrire siti web localizzati, in lingua cinese, declinando contenuti secondo la cultura del Paese per ingaggiare più e meglio i consumatori. Per contro, però, quasi un terzo del panel tra i brand europei non ha ancora l’e-commerce in Cina e, chi ce l’ha, è ancora sotto la soglia di sufficienza rispetto ai i servizi cross channel, alla logistica, ai tempi di consegna e all’esperienza di lusso dell’acquisto online.

«La Cina è e sarà ancora per i prossimi anni la forza trainante del settore lusso – analizza Marco Pozzi, senior advisor Contactlab e autore degli studi. – Parliamo di un Paese fortemente digitalizzato e con una forte penetrazione del canale ecommerce: per questo sorprende rilevare che alcuni tra i principali brand del lusso (Hermes, Louis Vuitton, Gucci, Prada, Tiffany) non abbiano ancora sviluppato un canale ecommerce diretto».

Nella top 10 dei brand che dettano l’agenda ai “follower” troviamo Burberry, Cartier, i brand americani Coach e Michael Kors, i profumieri Chanel e Dior e il brand di occhiali Ray-Ban. Tra gli europei si distinguono i Premium brands Hugo Boss, Armani e Valentino. Per i cinesi sono importanti elementi come l’assistenza in live-chat fornita da un brand, le recensioni di altri clienti sulla pagina di un prodotto per aiutarsi nella scelta, la consegna in 1-2 giorni lavorativi e un’ampia scelta di sistemi di pagamento: elementi che la quasi totalità dei monomarca europei non fornisce.

«Oggi la sfida più importante è l’integrazione dei dati tra mondo cinese e mondo occidentale – spiega Massimo Fubini, ceo Contactlab. – La quota di cinesi che acquistano all’estero è molto elevata, quindi è sempre più necessario poter conoscere i propri clienti e crearne un profilo unico e accessibile dalla casa madre».

Contactlab, dodicesimo per dimensione (200 unità operative) su circa 900 aziende italiane del settore della Produzione software, servizi e consulenza informatica, chiude il 2016 con un billing pari a 15,3 milioni di euro, grazie ad una crescita nelle linee core del business (tecnologia e servizi di marketing) e all’ingresso di importanti clienti internazionali. L’ultima soluzione di Engagement Marketing si chiama “ContactHub”, piattaforma che centralizza i dati dei clienti per far in modo che questi possano essere fruiti in real time da ogni tipo di applicativo.

 

Alessandro Rimi

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