Rai regina dell’innovazione con RaiPlay: video views a quota 10 milioni

La Rai sta cambiando. La distanza che separa un semplice broadcaster da una più moderna e strutturata media company è tanta, ma già da un pò la Tv pubblica ha accelerato i processi interni per trovare una nuova dimensione, al passo con i tempi. Tradotto: cavalcare l’onda del digitale per ridefinirsi con nuove programmazioni, modalità di fruizione inedite e un pubblico più vasto ed eterogeneo. Argomenti toccati e approfonditi nel corso dell’incontro con il Politecnico di Milano, fresco partner scientifico della Tv con l’obiettivo di affermare il servizio pubblico radio televisivo come soggetto capofila dell’innovazione italiana nell’ambito del settore audiovisivo. Sfida delicata se consideriamo la competizione sempre più serrata con le Pay Tv.

«Non c’è dubbio che Sky, in termini di innovazione, sia un punto di riferimento – afferma Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale Rai -. Noi, d’altra parte, stiamo cercando di focalizzarci su nuovi strumenti e sulla loro qualità. Spostare il pubblico dal lineare al digitale resta parte fondamentale dei nostri programmi».

In tal senso l’avvento di “RaiPlay” rappresenta un enorme passo avanti. Ampia offerta live e on demand e simultaneità dei programmi hanno trovato ottimi risultati già in estate con il servizio olimpiadi estive. Dopo la prima settimana del mese di novembre sono circa 10 milioni le video views, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2015.

«Difficile che la televisione possa rimanere il principale medium – spiega Campo Dall’Orto – a parte alcuni momenti particolari della giornata. Lavoriamo continuamente affinché RaiPlay possa diventarlo e, in questo senso, sta già lasciando un segno evidente».

Insomma tanti i progetti per Mamma Rai che per il futuro apre le porte anche alla realtà virtuale e all’integrazione dell’intelligenza artificiale. Secondo il direttore generale le chiavi della comunicazione di domani.

«Ma se vogliamo crescere davvero dovremo essere bravi a portare le nostre competenze oltre i confini nazionali, laddove il mercato dei media interno è relativamente stabile – conclude il dg -. Il fattore qualitativo è determinante per continuare a migliorarsi».

Nulla è lasciato al caso. Neppure grafiche e sigle che da qualche tempo sono ormai in continuo mutamento ed evoluzione. Come spiega il vice direttore creativo Roberto Bagatti, infatti, puntando tutto sulla forma del quadrato, si è voluto «stabilire un’identità aziendale unica e distintiva e diffondere la cultura e la storia del design italiano». Coerenza e disciplina serviranno ad associare con immediatezza il quadrato al nome del servizio pubblico, nel segno assoluto del minimalismo e del modernismo.

Alessandro Rimi

 

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