Invisalign a fianco delle donne che vogliono tornare a lavorare

enrico MamoliIn Italia, secondo i dati Istat, una donna su 3 non rientra al lavoro dopo il congedo di maternità e il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi in Europa (46% contro una media continentale del 60%). Spesso la sfida per chi esce dal mondo del lavoro per motivi differenti è quella di trovare la strada per rientrarci e rimettersi in gioco. È stato questo l’argomento al centro della conferenza stampa, che ieri ha visto la presentazione della partnership tra Piano C e Invisalign Italia, branch di Align Technology, multinazionale americana che produce e distribuisce il sistema Invisalign. Lanciato a Milano nel 2012, Piano C è un insieme di soluzioni per facilitare e rendere più produttivo l’incontro tra donne e lavoro. Non un’agenzia interinale, ma un aiuto dato alle donne per scoprire o ricostruire la propria figura professionale. «”C to Work”, quarta edizione dell’iniziativa promossa da Piano C, ha diversi punti di contatto con il metodo proposto da Invisalign – ha spiegato a Pubblicom Now il general manager Enrico Mamoli -. Anche in questo caso è l’autostima l’elemento che dà valore aggiunto all’operazione. E valutazione e restituzione dell’autostima sono anche alla base di quello che offriamo con i nostri trattamenti». E Invisalign s’impegna a sostenere economicamente il percorso di 5 delle candidate che parteciperanno ai prossimi appuntamenti di Piano C, per permettere loro di affrontare con serenità il cammino di ricostruzione della propria vita professionale. Dal 2002 in Italia, Invisalign, come racconta Mamoli, ha convinto in questi anni molti italiani e si aspetta di convincerne ancora: «Il mercato italiano è molto interessante, in rapida espansione e con forti potenzialità. Basti pensare che cresciamo, per ciò che riguarda i trattamenti, del 20% anno su anno». Alternativa comoda, rimovibile e invisibile per allineare i denti senza utilizzare gli apparecchi “tradizionali” (ferri e attacchi), il metodo Invisalign si avvale di una serie di aligner trasparenti per spostare gradualmente i denti nella posizione desiderata, Attraverso un’impronta fisica o una scansione digitale dei denti viene creata un’impronta 3D che permette di visualizzare progressivamente il piano di trattamento completo, partendo dalla posizione iniziale dei denti fino alla posizione finale. Ogni mascherina sposta i denti progressivamente nell’arco di due settimane circa, dopo le quali sarà sostituita con quella successiva fino a quando i denti non raggiungeranno la posizione desiderata. «Attualmente abbiamo trattato nel mondo oltre 3 milioni di pazienti, e contiamo di incrementare i trattamenti entro il 2016. Dal 2002 al 2010 non abbiamo utilizzato nessun piano di comunicazione affidandoci quasi esclusivamente al passaparola generato negli studi dentistici che avevano deciso di proporre il trattamento Invisalign. Dal 2013 abbiamo deciso di affidarci all’agenzia Mirata che ci affianca nelle attività di brand experience ed engagement. Con Mirata abbiamo dato vita nel 2014 all’operazione “Open your smile”, tour che ha permesso di ascoltare e incontrare alcuni testimonial del pensiero positivo, un approccio culturale che fa dell’autostima e della fiducia in sé un aspetto qualificante del benessere sociale del singolo e della comunità. Nel 2015 Open Your Smile ha lanciato un’indagine sul sorriso – il “Sondaggio del sorriso” – e l’iniziativa virale “Open your Smile in 1 click!” che ha coinvolto le scuole primarie italiane. I dieci istituti scolastici che hanno raccolto più click si sono divisi un montepremi che ammontava a 15.000 euro. Dalla fine dello scorso anno abbiamo deciso di affidare la comunicazione corporate a Energie Sociali Jesurum Lab. A Mirata, per ciò che riguarda i contenuti, e a Jesurum Lab, per ciò che riguarda le sinergie con l’headquarter ad Amsterdam, è affidata anche la gestione dei social, dove attualmente siamo presenti su Google.+ e Facebook, ma stiamo valutando lo “sbarco” su Twitter». Alla fine del 2015 l’azienda, che destina il 2% del fatturato alle strategie di comunicazione, è apparsa con una campagna monoeditore sulle testate RCS e sta valutando diverse nuove opportunità nel 2016.

Barbara Tomasi

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