Capitali italiane della Cultura: un milione di euro per rilanciare il territorio

Adele MessinaGrazie alla legge Art Bonus, ogni anno verrà nominata una città Capitale Italiana della Cultura, dal 2016. Per quest’anno, in via eccezionale, il Mibact, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha deciso di premiare gli sforzi profusi dalle città candidate a Capitale Europea della Cultura 2019 – dopo che la scelta è ricaduta su Matera-  e ha attribuito questo titolo alle cinque città finaliste: Perugia, Siena, Cagliari, Lecce, Ravenna.

Cosa significa il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2015? In questo caso, oltre che un bel premio “di consolazione”, è stato un premio per i progetti presentati- tutti molto validi secondo la Commissione esaminatrice- per promuovere la brand identity dei territori e mirare a un riscontro economico e magari occupazionale. Le direttive sono soprattutto la partecipazione attiva dei cittadini e il coinvolgimento dei giovani, per la maggior parte frutto dei  Bid Book presentati per concorrere al titolo di Capitale Europea della Cultura 2019. Fare squadra per un obiettivo comune, creare engagement, non è un aspetto trascurabile nel rilancio di un territorio, abituati come siamo alla visione in cui da una parte stanno i cittadini e dall’altra le istituzioni, in un rapporto di sfida quotidiana. Un “bene immateriale” prezioso dunque, che le città coinvolte sono concordi nel dichiarare assolutamente conquistato. Non è poco, come potenziale per creare cultura. È stato realizzato un video che unisce le cinque città, che va in loop in cento stazioni italiane, disponibile sul canale YouTube del Mibact, grazie ad un accordo stipulato con le Ferrovie dello Stato. Il piano della comunicazione prevede inserti e pubblicità sui maggiori quotidiani, e degli speciali su trasmissioni come Sereno Variabile e su canali tematici come Sky Arte.

Ogni città ha poi presentato un suo video che racconta in pochi minuti ciò che la caratterizza maggiormente. Il mare di Cagliari, serate danzanti e gente in festa, per trasmettere la gioia di un territorio che comunica e vive in simbiosi con la gente, il centro storico medievale di Perugia con eccezionali viste dall’alto. Lecce che ha scelto di far parlare la città barocca attraverso le immagini del suo meraviglioso patrimonio in un viaggio tra la luce del giorno e quella della notte. Siena che fa rivivere con musica e danza la Fortezza Medicea, importante punto del programma della città. Ravenna che racconta i suoi eventi, da quelli per celebrare il 750esimo anniversario della nascita di Dante, a quelli legati al mosaico, all’importante inaugurazione, il 16 luglio, del  Parco Archeologico di Classe.  La città di Ravenna continua ad aggiornare gli account social della precedente candidatura per non disperdere quanto fatto (Facebook  25mila fan, Twitter 3.238 followers). Ma ha già creato anche un piano di marketing territoriale per #Ravenna2015 con sito ad hoc, stendardi, totem, pianificazione di uscite su giornali locali e nazionali e un pannello concepito per l’aeroporto di Bologna, nonché un video da far girare nella metropolitana di Milano approfittando di Expo 2015.

La città di Cagliari ha già un elenco provvisorio per il bando di “Coordinatore artistico del progetto Cagliari Capitale Italiana della Cultura 2015”, mentre Siena la lanciato un bando per rilanciare le attività culturali e di intrattenimento proprio per la realizzazione di iniziative ed eventi destinati in particolare a un pubblico giovanile, nella Fortezza Medicea. Sono previste azioni di co-marketing tra le varie città dichiarate Capitali Italiane della Cultura 2015, ancora non concretizzate. La città di Siena ha in programma iniziative legate alla via Francigena, pensando all’apertura di un altro evento cruciale per il Paese: il Giubileo straordinario. L’idea ambiziosa è infatti quella di mantenere il focus sulle città anche dopo la chiusura di Expo, facendo sistema con la creazione di eventi congiunti per riunire le forze durante l’autunno. Secondo il ministro Dario Franceschini, quando, dal 2016, la Capitale della Cultura diventerà una, oltre al milione di finanziamento, il vantaggio sarà quello della notorietà nel mondo e della crescita economica. Tutto a vantaggio del grande “Museo Diffuso” che l’Italia rappresenta.   

Adele Messina

Giornalista, blogger, Tecnico per la Comunicazione e il Multimedia nel Patrimonio Culturale, Turismo ed Enogastronomia 

Per entrare in contatto con l’autrice: adelemessina.press@gmail.com

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