Nicola Lampugnani: «L’idea “inspirational” di IF! è nata qua»

 

Abbiamo strappato un’anteprima a Nicola Lampugnani, direttore creativo esecutivo di Tbwa/Italia nonché consigliere Adci, sulla prossima presentazione del Festival della Creatività Italiana IF!, in programma venerdì 20 giugno a Cannes.

Perché proprio sulla Croisette?

«Perché la nostra nuova iniziativa prende spunto proprio dal Festival di Cannes – esordisce Lampugnani – e la stessa idea del nostro IF! è nata proprio qua, che è la patria dei festival “inspirational”, con tanti speech. Google inoltre ci ha dato la possibilità di organizzare la presentazione in un contesto molto prestigioso. Per quanto riguarda i risultati italiani in Costa Azzurra, dopo un ottimo colpo d’inizio c’è stato un rallentamento e, guarda caso, mi verrebbe da dire che non abbiamo preso premi proprio nelle categorie dove non abbiamo giurati italiani (a parte il media, ndr). Il ruolo dei giurati è fondamentale, non a caso abbiamo organizzato il gruppo Goodfellas per la loro preparazione, e quindi dobbiamo recuperare terreno nelle categorie dove non li abbiamo, ad esempio nella radio dove, se parli solo con gli europei devi tenere un certo linguaggio, che è diverso, ad esempio, da quello degli orientali. Non a caso tutti i progetti radio che sono stati selezionati hanno una forte componente storytelling, che permette di creare adesione su un pubblico molto diversificato. E’ innegabile che ci siano pressioni all’interno delle giurie però io ho partecipato a Eurobest, che è praticamente il Cannes europeo, e smentisco quanto si favoleggia sulle holding che si spartirebbero i voti a tavolino. Il problema reale è proprio la componente internazionale della giuria e le differenze culturali che vanno tenute presenti. Io personalmente vengo a Cannes sostanzialmente per seminari e workshop, anche perché grazie ai nostri network ormai conosciamo i lavori prima che vengano presentati sulla Croisette. A mio parere una delle grandi tematiche di quest’anno è “come sarà l’agenzia nel 2020”, cioè come cambierà il modello di lavoro. E’ importante che tutte le componenti, a partire dal centralino agli account fino all’amministrazione, siano creative, cioè la creatività non deve essere relegata al reparto creativo ma è una mentalità di approccio in tutti i processi e in tutti i ruoli. Significa essere disponibili a reinventarsi ogni giorno, a cercare soluzioni diverse, a non lavorare con una metodologia statica, bensì day by day e mandare in soffitta la classica affermazione “è sempre stato così”. L’agenzia del futuro sarà sicuramente fluida e liquida, e anche più snella, cioè avrà dimensioni ridotte per evitare troppi passaggi e intermediazioni e le figure saranno soprattutto senior e magari partner. La parola d’ordine sarà “regia”. Infatti tutti i creativi dovranno acquisire nuove competenze, conoscere le varie discipline per poter interloquire in modo strategico sulle varie declinazioni della comunicazione, fare cioè i registi insieme ai clienti, con i quali bisogna sedersi intorno a un tavolo e risolvere i problemi di business».

Vanna Assumma

 

(riprese e montaggio video di Elena Pescucci)

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