Articolotr3, Guastini: «Seppellite il comitato di campagne»
Sono in corso le iscrizioni agli Adci Award e da ieri sono aperte anche quelle per il “Festival Articolotr3 – Comunicare la parità”, manifestazione che la presidente della camera dei deputati Laura Boldrini ha deciso di patrocinare. Si tratta di un’iniziativa, in programma a Torino dal 5 al 10 maggio 2014, che premia le pubblicità eticamente corrette, quindi non solo l’efficacia dell’idea creativa ma anche l’assenza di linguaggi offensivi e di stereotipi e soprattutto la diffusione di una cultura di parità. Il presidente dell’Adci Massimo Guastini, in un post sul blog dell’associazione, ha dichiarato apertamente il suo “endorsement”: «Articolotr3 ci “sfida” a tirare fuori il meglio. È un’ottima vetrina per mostrare di cosa siamo capaci e cosa abbiamo saputo fare nell’ultimo triennio. È anche una possibilità concreta (oltre che gratis) per lavorare alla nostra reputazione. Per questo invito tutti i soci Adci, e non solo, a raccogliere questa “sfida buona”: seppellite, in senso figurato, il comitato organizzatore con centinaia di campagne. Già tra i progetti iscritti agli Adci Award 2013 ce ne erano moltissimi con le caratteristiche per prendere parte a questa manifestazione, lavori con insight interessanti e di “rottura” rispetto a determinati stereotipi, anche se non eccellenti al punto da entrare nella shortlist. Del resto sono meno del 15% i lavori selezionati per essere pubblicati nell’Annual Adci. Riponiamo nel cassetto pensieri “snob” tipo: «Cosa può aggiungere questo premio al mio curriculum?». La questione non è vincere un premio in più. La questione è raccontare, alla società di cui siamo parte, che il lavoro del creativo pubblicitario non è produrre quella spazzatura che finisce per avere in rete molta più visibilità dell’Annual Adci. È un’occasione di diffondere cultura della comunicazione e abbattere almeno un paio di pregiudizi negativi nei nostri confronti. Cogliamola per favore. Io stesso invierò almeno una decina di lavori, nulla di così innovativo da poter concorrere a Cannes o al nostro Award, ma progetti abbastanza buoni per dimostrare che è ancora possibile essere pubblicitari e avere al tempo stesso una coscienza della nostra responsabilità sociale. Dimostriamo che i veri pubblicitari non sono meschini speculatori dell’altrui immagine o piccoli untorelli disposti a violare la più elementare deontologia in nome della “conversation”».
Vanna Assumma