Elezioni Assocom, Marco Testa: «Il media è importante, ma è la creatività che unisce»

Il significato della discesa in campo di Marco Testa come consigliere di Assocom (e ogni ora che passa crescono le indiscrezioni sulla “chiamata alle armi” tra gli associati per un sostegno alla sua presidenza) si può riassumere nelle immagini del film “Ogni maledetta domenica” di Oliver Stone, che sono state proiettate durante la conferenza stampa indetta dal presidente e ceo del Gruppo Armando Testa: in un crescendo di forza verbale Al Pacino sprona i suoi giocatori dicendo che “la vita è un gioco di centimetri, si combatte per questo, ma la somma dei centimetri fa la differenza. O risorgiamo come squadra collettiva o saremo annientati individualmente”.

In questo ruolo di “tessitore” delle diverse anime, di pacificatore tra associati e fuoriusciti, di mediatore capace di mettere tutti insieme, è il senso dell’impegno del neocandidato. «Assocom in questo ultimo periodo ha lavorato bene – esordisce Marco Testa – e ha cambiato le regole, ma indubbiamente è più debole rispetto al passato, la comunicazione in generale è più debole e ne usciremo vincenti solo se ci metteremo tutti insieme. C’è bisogno di forze coese per ridare credibilità al settore, anche a livello internazionale.

È questo il momento giusto per cambiare le cose, ci sono straordinarie opportunità nel Paese, nuove persone nel mondo della politica e Assocom deve dialogare con esse. Per questo sono sceso in campo, perché è possibile cambiare, sarebbe stato invece molto più difficile due anni fa».

Sollecitato sul fatto se un presidente debba rappresentare tutte le aree della comunicazione, Testa risponde: «Nell’eventualità di una mia elezione alla guida dell’associazione, non sarei io a dover rappresentare tutti, c’è un consiglio direttivo e ben vengano all’interno del consiglio i rappresentanti dei diversi comparti». Ma quali sarebbero i consiglieri ideali? Testa non lesina i nomi e cita Marco Girelli («se un domani dovessi pensare di avere qualcuno al mio fianco sceglierei lui»), Layla Pavone, Enrico Gasperini, Marco Gualdi, Emanuele Nenna.

E sul fermento che agita in questi giorni il mondo dei centri media, che si presentano come gli attori che hanno saputo meglio interpretare l’evoluzione del mercato e quindi i più adatti a ricoprire una carica presidenziale? «Il media è molto importante – ribatte il capo di Armando Testa – però ci sono agenzie che vanno benissimo anche senza avere il media, ad esempio Droga 5.  Il mondo va avanti in tante direzioni. Io ritengo che il presidente debba rappresentare la creatività, è l’unica vera componente che lega le imprese della comunicazione, anche quelle che fanno media, digitale, branded content».

E riguardo alla presa di posizione di Vittorio Bonori che ha tracciato un identikit sul presidente del futuro? «Bonori non lo conosco, ma io non sono qui per fare un duello, io voglio solo portare il mio apporto». Testa spera anche di riportare “in casa” le big fuoriuscite da Assocom e infatti ha già incontrato Massimo Costa, country manager di Wpp in Italia, e Marco Fanfani,  ceo e group country manager di Tbwa\Italia: «Non sono riuscito a convincerli a rientrare – specifica il neocandidato – ma li incontrerò ancora nei prossimi mesi. E sono speranzoso.

Ma oltre al ritorno delle grandi agenzie dei network internazionali, cercherò di aprire l’associazione alle nuove realtà che sono sorte, soprattutto nell’ambito delle nuove tecnologie ma anche a tutte le strutture che hanno usato la creatività per inventare nuovi servizi». Marco Testa non parla di programmi («è presto, mi sono candidato due giorni fa») ma sintetizza la sua mission nel ridare immagine e forza rappresentativa ad Assocom, recuperando appunto i vecchi associati e aprendo l’organismo a nuove realtà.

Tra le righe del suo discorso traspaiono però quelle che potrebbero essere le direttive programmatiche, nel caso di una sua elezione a presidente. Prima tra tutte il rapporto con Upa: «Va rivisto – sentenzia – e ridefinito, ma alla fine penso che anche a Upa convenga avere una Assocom forte. Uno dei punti da toccare sarà ridare valore e rispetto alla creatività, un altro sarà la questione dei diritti di negoziazione e su questo io mi atterrò a quanto mi dirà il gruppo di lavoro, appoggerò cioè la posizione dei centri media».

Un’altra leva su cui giocherà Testa sarà quella di entrare in “tavoli” importanti, cioè la rinnovata immagine e forza dell’associazione consentirà di rientrare nei gruppi che contano, anche in quelli che riguardano le problematiche degli imprenditori. Il presidente della più importante agenzia italiana conclude: «Sia chiaro non mi sto candidando per avere una poltrona, ho intenzione di dedicare il tempo che serve a risolvere i problemi di Assocom ma se tra un anno non ci fosse più bisogno di me, io sarò il primo a fare un passo indietro».

Vanna Assumma

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