Cronaca di un evento annunciato

Dopo una lunga e laboriosa gestazione la montagna partorì un altro topolino. E quando i relatori scesero dal podio montato nel Salone d’Onore della Triennale, il neonato roditore agguantò il microfono e domandò: “Adesso vi è chiaro come stanno le cose?”.

Nessuno del pubblico, impegnato a raggiungere l’area allestita per il light brunch, si girò per rispondere. Il sentimento generale era tutt’altro che positivo. Non c’era infatti bisogno di perdere tutta una mattinata ad ascoltare dati catastrofici per rendersi conto che trippa per gatti non ce n’era più da un bel po’.

Ognuno dei topolini mestamente in coda al buffet lo constatava quotidianamente guardando il bilancio della propria agenzia. E quei pochi che avevano deciso di partecipare al convegno nella speranza di ricevere qualche dritta sul che fare per uscire dal guano si sentivano più percossi e attoniti di prima.

Anche la citazione proiettata a tutto schermo al termine dell’introduzione al meeting, quella che diceva: “Lo so che prima o poi andrà tutto bene, ma nel frattempo: porca troia”, più che un simpatico incitamento alla perseveranza, era apparsa come un’evidente ammissione di impotenza.

Gli unici a vedere il bicchiere mezzo pieno erano i profeti del digitale, i topolini virtuali che, tra una fettina di salmone e un sorso di prosecco, celebravano le miracolistiche potenzialità degli “own and earned” media.

“Web kills the old media stars”, canticchiavano malignamente sventolando sotto il naso degli scettici il più 5,7 per cento di investimento in Digital Communication previsto per il 2013.

Sparpagliati tra la folla i rappresentanti delle concessionarie di pubblicità facevano finta di nulla, ma l’idea che le aziende investitrici potessero aver trovato il modo di guadagnare spazio e visibilità sul web senza metter mano al portafogli (perché i nuovi media consentirebbero una naturale proporzionalità inversa tra rilevanza del messaggio e costo per propagarlo) gli mandava di traverso i tramezzini.

Anche peggio stavano quelli che fino a ieri si erano guadagnati la pagnotta vendendo gli spazi sui quotidiani; loro i tramezzini li nascondevano nelle tasche del blazer per mangiarli la sera a cena. Al centro di quel girone di sofferenti, oggetto delle più sfacciate adulazioni, c’erano gli AD e i DM in carica presso le aziende “Top-spender”.

Abbronzati e sorridenti cercavano di godersi quella giornata di provvisorio relax e scordarsi lo spettro delle ristrutturazioni annunciate da oltre frontiera che incombeva sulle loro teste e che avrebbe potuto materializzarsi da un momento all’altro.

In conclusione: “Comunicare domani” era indubbiamente un bel titolo per un convegno, sintetico e ricco di promesse. Peccato che alla fine dei lavori nessuno dei partecipanti, uscendo dalla Triennale, abbia avuto la sensazione di tornare a riveder le stelle.

Bruno Zerbini

brunozerbini23@gmail.com

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