Arimorta!

Circa sei mesi fa, quando gli amici di Pubblico Today mi chiesero che titolo mi sarebbe piaciuto dare a questa rubrica proposi “Time out”. Avrei preferito chiamarla “Arimorta” (la parola convenzionale che noi ragazzini del Carrobbio usavamo per prendere fiato nel "guardie e ladri" giocato tra le macerie delle case del quartiere distrutte dai bombardamenti), ma scelsi “Time out” perché il sound anglofono mi era sembrato più in sintonia con il mood della testata.

Trovato il titolo non mi restava che dedicarmi al mio compitino settimanale sui temi della comunicazione. Così ho fatto per oltre venti puntate sforzandomi di mantenere un certo equilibrio tra i fatti e le opinioni.

Mi si vorrà quindi perdonare se per una volta lascerò da parte il fair play ed esprimerò la mia opinione su un andazzo che, come direbbe un mio amico toscano, “non mi garba punto”.

Non mi piace proprio per niente la decisione presa dall’amministrazione comunale di Parma di produrre uno spot istituzionale “Tutto fatto in casa senza spendere una lira”, come ha detto il signor sindaco.

Ovviamente lo spot, presentato ad un convegno sul turismo, è un pastrocchio indigeribile, puerile e dilettantesco quanto mai se n’è visto uno, ma non è questo il punto. Il punto è che la realizzazione dello spot è stata affidata ad un gruppetto di dilettanti con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti di Parma e Piacenza.

Tutti a gratis, naturalmente; agli ordini del capo dell’ufficio comunicazione del comune. Immaginate a quali grane andrebbe incontro un povero cristo che, per risparmiare qualche soldo, si facesse costruire un divisorio tra la camera da letto e il bagno senza richiedere l’intervento di un ingegnere o di un architetto iscritti all’albo, abilitati a firmare il progetto e a dirigere i lavori.

In galera lo mandano. Ma quando si tratta di comunicazione il signor sindaco di Parma si sente in diritto di fare ciò che vuole, come vuole e con chi vuole; perché regole non ce ne sono e nessuno può dire niente.

Passando a cose meno gravi vorrei segnalare l’escamotage messo in atto da alcune aziende per far fronte alla crisi di idee originali: il “Remake” delle campagne anni Sessanta. Dopo che il Gruppo Cremonini produttore della carne Montana ha riproposto, in versione live action, il pistolero Gringo, anche la Henkel ha deciso di seguire la stessa strada resuscitando “l’Uomo in ammollo”, lo spot con Franco Cerri immerso nella tinozza.

Peccato che l’improbabile Royal Wedding, con il principe che si tuffa in piscina, non regga il confronto con il Carosello originale. Comunque, se questa moda dovesse prendere piede, non mi stupirei di rivedere gli spot dell’omino coi baffi della Bialetti interpretati da Massimo Dalema. Ma prima che ciò avvenga vi dico: “Arimorta!”, spengo il televisore e vado in vacanza. 

Bruno Zerbini

brunozerbini23@gmail.com

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