Tra congiuntivo e congiuntivite

Spesso mi sono scagliato contro la sempre più diffusa deriva che vede la lingua italiana maltrattata e vilipesa da copywriter, o sedicenti tali, che ne ignorano le regole fondamentali. Vittima preferita – vero e proprio agnello sacrificale – è senza dubbio il congiuntivo, divenuto specie rara e a rischio di estinzione nella prosa approssimativa di mestieranti privi della necessaria conoscenza del più efficace e potente strumento della comunicazione.

In buona sostanza si tende a utilizzare sempre e comunque l’’indicativo, indubbiamente più facile da amministrare, anche in violazione di fondamentali regole della sintassi e della grammatica. 

Ricordo una campagna di un Ministero che chiudeva con il claim perentorio: ’“basta che vi decidete’”. Alle mie vibrate proteste, espresse in un corsivo pubblicato non ricordo dove, qualcuno replicò che in fondo questa era la lingua parlata dalla gente e che un ’“decidiate’” piazzato lì a tradimento, avrebbe gettato nello sconcerto l’’esercito dei nuovi barbari che si esprimono con gli sms e con i cosiddetti emoticon.

Ma questa volta ci ritroviamo nella situazione opposta: in un poster che pubblicizza un evento di Confindustria Cuneo in programma oggi, realizzato da un’’agenzia del territorio (Input Cuneo), e, ahimé, allestito con il supporto organizzativo di un’’associazione di imprese di comunicazione, forse sopraffatti dalla preoccupazione di apparire illetterati o, di contro, stimolati dalla voglia di mostrarsi colti e versati nell’’arte dello scrivere, addirittura si è arrivati all’’eccesso di utilizzare inopportunamente il congiuntivo in luogo del più semplice e, nella fattispecie, corretto indicativo. Il risultato? 

Un vero e proprio capolavoro: ’“Questioni di ruolo. Come ogni settore aziendale contribuisca al successo di un brand’”. Verrebbe da dire, per evitare rischi di fraintendimenti da parte di questi signori, ’“ma parla come magni’” o ’“come ti ha imparato tua madre’”.

Ma mi pare più opportuno, visto che la terra di Langa lamenta una cronica carenza di manodopera nella cura dei vigneti, rivolgere un sommesso invito a restituire queste braccia all’’agricoltura. Ho parlato di braccia, poiché il termine ’“menti’”, nel caso in ispecie, sarebbe del tutto inappropriato.

Lorenzo Strona

strona@lsep.it

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