Se anche Sorrell si abbassa lo stipendio

Sono tempi duri per tutti. E così niente di strano che il ceo di Wpp – dopo che l’anno scorso il 60% degli azionisti del gruppo aveva protestato contro il suo “salary package” da 20 milioni di sterline – si prepari a dimostrare alla prossima assemblea della holding di aver tenuto conto dell’orientamento della maggioranza.

Nel 2012 lo “stipendio” di sir Martin Sorrell è stato ridotto in quasi tutte le voci che concorrono a determinare il montante complessivo: 1,3 milioni di sterline di salario di base (–0,5% rispetto al 2011), 356mila in benefit (–23,6%), 586mila per il contributo pensionistico (+0,2%), 3,08 milioni di incentivi di breve periodo, 940mila in dividendi (–28,5%).

Fa crescere comunque a livelli molto vicini a quelli dell’anno precedente la voce degli “incentivi di lungo termine”, definiti molto tempo fa, che hanno raggiunto la quota record di 11,37 milioni. Sorrell conta però di passare indenne il giudizio dell’assemblea del 12 giugno. 

Per la sua retribuzione, infatti, il ceo ha previsto una riduzione progressiva che già nel 2013 dovrebbero portare il suo costo complessivo per Wpp ad un livello che è stato definito facendo la media dei suoi guadagni tra il 2007 ed il 2010.

Il caso di Sorrell solleva comunque un problema più generale. La domanda più ricorrente in questo periodo di crisi è se abbia ancora un senso il fatto che ci sia una così clamorosa differenza di retribuzione tra i grandi capi d’azienda e chi vi lavora a tutti gli altri livelli.

Il tema è particolarmente sentito in Gran Bretagna, culla di tante holding multinazionali, e con situazioni in cui c’è pure una scandalosa discrepanza tra gli emolumenti dei personaggi ai vertici e le performance delle società che guidano.

Almeno da questo punto di vista la posizione di Sorrell è quasi inattaccabile. Wpp è di fatto una sua creatura che nell’arco di poco più di due decenni è cresciuta esponenzialmente fino a occupare oltre 165.000 persone, ha appena licenziato un bilancio 2012 invidiabile e ora è valutata circa 10 miliardi di sterline.

Proprio questa settimana, inoltre, sir Martin ci ha messo del proprio per strappare il mega cliente globale Gillette a Omnicom, portandolo in dote al proprio network Grey.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *