Comunicare il lusso

In questo momento di profonda crisi, dove anche aziende dei settori di prima necessità quali l’’alimentare registrano perdite sostenute, c’’è un segmento di mercato che vanta crescite importanti e gode di ottima salute.

Si tratta del mondo dei prodotti di lusso. Un mondo che non possiamo più chiamare ’“nicchia’” visto che genera numeri importanti. Infatti, a livello globale il mercato del lusso nel 2012 dovrebbe superare i 200miliardi di euro e segnare crescite annue medie dell’’8% fino al 2014, quando arriverà a circa 240miliardi di turnover.

E come se non bastasse a rimarcare che i ricchi ci sono e spendono va sottolineato che il mercato cresce soprattutto nell’’altissimo di gamma. Nel 2011 l’’absolute luxury ha generato un fatturato di 41miliardi di euro con crescite massicce negli accessori (+29%) e nella gioielleria e orologi (+22%). 

Quindi è facile capire perché tutte le società di comunicazione più lungimiranti abbiano già da tempo istituito una divisione ’“lusso’” che studia questo fenomeno. Infatti il più delle volte, le aziende del lusso faticano a comunicare con i mezzi meno convenzionali quali i new media.

Perché se è relativamente facile comunicare il concetto di ’“prodotto di lusso’” attraverso una campagna stampa o televisiva, basta scegliere il fotografo o il regista giusto che sappia ammantare di ’“inarrivabilità’” un dato prodotto e il gioco è fatto, quando bisogna aprirsi ai nuovi media iniziano i problemi.

Infatti come fare a coniugare l’’esclusività di un orologio, di una barca o di un’’automobile con il popolo eterogeneo di Internet? Come trasmettere da una pagina Facebook o da un profilo Twitter la ’“lussuosità’” di un vestito, di un hotel di charme o di un cibo?

Sono questi i quesiti che poniamo, ogni settimana, a quelle società di comunicazione (e ai loro clienti) all’’interno degli articoli della nuova sezione ’“l’’espressione del lusso’” dove i creativi ci sveleranno i segreti che stanno dietro al successo delle campagne e ci parleranno di come le case del lusso affrontano il rapporto con i new media ma anche con quelli più tradizionali.

Alessandra Iannello

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