Blei fotografa l’universo online: nei siti crescono app e social network

Dopo essere stata dedicata per anni al monitoraggio dei media classici, l’annuale ricerca di Blei, concessionaria guidata dall’ad Piero Mezzanzanica, nell’edizione 2012 ha preso in esame l’universo online. «Un universo che cresce a velocità impressionante – ha commentato Patrizia Marcolli, International media research manager di Blei – e di cui volevamo offrire una sintesi per creare uno strumento utile alla pianificazione media». Secondo Netcraft, società di monitoraggio americana, a febbraio 2012 i siti registrati erano 612.843.429, e oltre 170 milioni quelli attivi. Per dare un’idea della rapidità dell’evoluzione, il primo dominio è stato registrato nel 1985, nel 1997 si è raggiunto il primo milione di domini, nel 2010 i 200 milioni, fino agli attuali 600 milioni e oltre, in crescita del 10% ogni due mesi.

Lo studio di Blei ha preso in esame lo scenario online di 34 paesi: fra questi, oltre a tutti i paesi europei, anche Brasile, Cina, Croazia, Russia, India, Turchia, Emirati Arabi. Mancano gli Stati Uniti «perché è un mercato così vasto e complesso che meriterebbe uno studio a sé» ha commentato Marcolli. Secondo i dati comScore infatti gli americani online raggiungono i 245 milioni, poco meno quindi della metà degli europei online che sono circa 500 milioni. Però è stata creata un’appendice ”over-national” che include una certa quota del web americano, i domini .com. Si tratta del dominio originale creato nel 1985, attualmente il più diffuso al mondo: negli anni si sono affermati quelli legati al paese di riferimento, ma a determinare i confini “geografici” del web sono in realtà le lingue. Infatti lo studio Internet World Stats di marzo 2011 mostra che un’ipotetica cartina del mondo internet comprenderebbe due grandi territori di lingua inglese e cinese, ciascuno con più di mezzo miliardo di utenti. Ai .com è dedicata appunto un’appendice dello studio, che raccoglie i siti più trafficati su tutti i continenti linguistici, fra cui anche i siti americani legati ai mezzi classici di primaria importanza.

Per identificare poi i siti da selezionare, i ricercatori di Blei sono partiti dall’individuazione dei due basic target, uomini e donne, e per ciascuno hanno individuato segmenti di interesse specifici. Altri tre segmenti sono poi comuni ai due sessi: News, Viaggi e Turismo e Intrattenimento e trend. Nell’ambito dei segmenti prescelti, sono stati inseriti tutti i siti certificati dalla ricerca nazionale indipendente del paese in esame e tutti siti dei media classici di rilevanza nazionale e regionale. Scartate invece altre tipologie siti non di contenuto, come quelli di e-commerce, i puri blog, i motori di ricerca.

È stata così ottenuta una lista finale di 11.653 siti, divisi in media classici e portali. Per ciascuno sono state individuate le piattaforme multimediali utilizzate: applicazioni per mobile, incluso Rss; e-digital (dalla lettura digitale a sfoglio alla preview dei contenuti); social media (Facebook, Twitter, YouTube, Google+).

Il risultato del monitoraggio è uno schema che letto in verticale riporta i siti del segmento e in orizzontale la piattaforma di comunicazione. Una delle prime conclusioni dello studio è che il sistema di misurazione del traffico online ancora non si è stabilizzato, e in alcuni paesi come Uk o Spagna si assiste all’uscita dei grandi mezzi dalle ricerche nazionali per adottare un monitoraggio interno più sfaccettato. I siti certificati da ricerche nazionali indipendenti in Europa sono in media il 48,3%.

Venendo alle piattaforme multimediali, i dati evidenziano che in media il 21,7% dei siti comprende app per smartphone e appena l’8,4% app per iPad; va meglio per l’applicazione Rss, presente nel 45% dei siti. Fra i social media, in Europa Facebook è quello di maggior successo ed è linkato in quasi il 64% dei siti, Twitter in oltre il 38%, YouTube nel 7,7% e Google+ in poco più del 5%. Stesse tendenze nei mercati extra-europei, esclusa la Cina dove Facebook è sostituito da social network locali.

Per quanto riguarda l’offerta di lettura digitale della stampa, la media europea dell’e-paper della stampa passa da un 49,7% a un 69,5%, conteggiando solamente i quotidiani. Lo stesso trend vale per le nazioni extra-europee.

Un confronto con la ricerca “Newspapers’ World 2011”, realizzata sempre da Blei lo scorso anno, evidenzia lo sforzo compiuto dai siti legati alla stampa quotidiana (che sono il 12,2% dell’universo considerato) per l’aggiornamento tecnologico: infatti le applicazioni mobile sono cresciute del 13% per gli smartphone e del 15% per i tablet. Inoltre Facebook cresce del 22% e Twitter del 13%; stesso trend di crescita a due cifre nei paesi extra-europei. 

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Blei fotografa l’universo online, nei siti crescono app e social network

Dopo essere stata dedicata per anni al monitoraggio dei media classici, l’annuale ricerca di Blei, concessionaria guidata dall’ad Piero Mezzanzanica, nell’edizione 2012 ha preso in esame l’universo online. «Un universo che cresce a velocità impressionante – ha commentato Patrizia Marcolli, International media research manager di Blei – e di cui volevamo offrire una sintesi per creare uno strumento utile alla pianificazione media». Secondo Netcraft, società di monitoraggio americana, a febbraio 2012 i siti registrati erano 612.843.429, e oltre 170 milioni quelli attivi. Per dare un’idea della rapidità dell’evoluzione, il primo dominio è stato registrato nel 1985, nel 1997 si è raggiunto il primo milione di domini, nel 2010 i 200 milioni, fino agli attuali 600 milioni e oltre, in crescita del 10% ogni due mesi.

Lo studio di Blei ha preso in esame lo scenario online di 34 paesi: fra questi, oltre a tutti i paesi europei, anche Brasile, Cina, Croazia, Russia, India, Turchia, Emirati Arabi. Mancano gli Stati Uniti «perché è un mercato così vasto e complesso che meriterebbe uno studio a sé» ha commentato Marcolli. Secondo i dati comScore infatti gli americani online raggiungono i 245 milioni, poco meno quindi della metà degli europei online che sono circa 500 milioni. Però è stata creata un’appendice ”over-national” che include una certa quota del web americano, i domini .com. Si tratta del dominio originale creato nel 1985, attualmente il più diffuso al mondo: negli anni si sono affermati quelli legati al paese di riferimento, ma a determinare i confini “geografici” del web sono in realtà le lingue. Infatti lo studio Internet World Stats di marzo 2011 mostra che un’ipotetica cartina del mondo internet comprenderebbe due grandi territori di lingua inglese e cinese, ciascuno con più di mezzo miliardo di utenti. Ai .com è dedicata appunto un’appendice dello studio, che raccoglie i siti più trafficati su tutti i continenti linguistici, fra cui anche i siti americani legati ai mezzi classici di primaria importanza.

Per identificare poi i siti da selezionare, i ricercatori di Blei sono partiti dall’individuazione dei due basic target, uomini e donne, e per ciascuno hanno individuato segmenti di interesse specifici. Altri tre segmenti sono poi comuni ai due sessi: News, Viaggi e Turismo e Intrattenimento e trend. Nell’ambito dei segmenti prescelti, sono stati inseriti tutti i siti certificati dalla ricerca nazionale indipendente del paese in esame e tutti siti dei media classici di rilevanza nazionale e regionale. Scartate invece altre tipologie siti non di contenuto, come quelli di e-commerce, i puri blog, i motori di ricerca.

È stata così ottenuta una lista finale di 11.653 siti, divisi in media classici e portali. Per ciascuno sono state individuate le piattaforme multimediali utilizzate: applicazioni per mobile, incluso Rss; e-digital (dalla lettura digitale a sfoglio alla preview dei contenuti); social media (Facebook, Twitter, YouTube, Google+).

Il risultato del monitoraggio è uno schema che letto in verticale riporta i siti del segmento e in orizzontale la piattaforma di comunicazione. Una delle prime conclusioni dello studio è che il sistema di misurazione del traffico online ancora non si è stabilizzato, e in alcuni paesi come Uk o Spagna si assiste all’uscita dei grandi mezzi dalle ricerche nazionali per adottare un monitoraggio interno più sfaccettato. I siti certificati da ricerche nazionali indipendenti in Europa sono in media il 48,3%.

Venendo alle piattaforme multimediali, i dati evidenziano che in media il 21,7% dei siti comprende app per smartphone e appena l’8,4% app per iPad; va meglio per l’applicazione Rss, presente nel 45% dei siti. Fra i social media, in Europa Facebook è quello di maggior successo ed è linkato in quasi il 64% dei siti, Twitter in oltre il 38%, YouTube nel 7,7% e Google+ in poco più del 5%. Stesse tendenze nei mercati extra-europei, esclusa la Cina dove Facebook è sostituito da social network locali.

Per quanto riguarda l’offerta di lettura digitale della stampa, la media europea dell’e-paper della stampa passa da un 49,7% a un 69,5%, conteggiando solamente i quotidiani. Lo stesso trend vale per le nazioni extra-europee.

Un confronto con la ricerca “Newspapers’ World 2011”, realizzata sempre da Blei lo scorso anno, evidenzia lo sforzo compiuto dai siti legati alla stampa quotidiana (che sono il 12,2% dell’universo considerato) per l’aggiornamento tecnologico: infatti le applicazioni mobile sono cresciute del 13% per gli smartphone e del 15% per i tablet. Inoltre Facebook cresce del 22% e Twitter del 13%; stesso trend di crescita a due cifre nei paesi extra-europei. 

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