Censis: sono 19 milioni gli italiani che seguono i programmi radio attraverso uno schermo

La radio fenomeno di massa, capace di coniugare continuità e innovazione. La radio è e rimane un fenomeno di massa. A dirlo il Censis nella ricerca “La transizione verso la radiovisione”, presentata ieri dal direttore generale Massimiliano Valerii con Anna Italia (Censis) insieme a Roberto Arditti, Davide Giacalone, Emilio Carelli e Maurizio Gasparri. tSono più di 41 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici. Di questi, 27 milioni utilizzano anche dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio. Sono numeri che dimostrano che la radio è riuscita a rigenerarsi nel tempo, ibridandosi con gli altri media e sintonizzandosi sui nuovi stili di vita degli italiani. Nell’ultimo anno gli spettatori dei canali tv della radio in un giorno medio sono aumentati dell’8% confermando che la radiovisione è una realtà in crescita grazie alla modalità simulcast crossmediale, cioè alla possibilità di fruire dei contenuti radio contemporaneamente su qualsiasi dispositivo: tv, smartphone o pc. La visual radio non è un fuoco di paglia, destinato a spegnersi dopo la pandemia, ma è fortemente in sintonia con le aspettative degli italiani. Il 52% dichiara che vorrebbe avere sempre di più la possibilità di fruire dei contenuti radiofonici su device diversi anche in formato video. Quello che conta però e il contenuto, di cui gli utenti vogliono poter fruire attraverso qualsiasi device, in ogni luogo, in qualsiasi momento, per intero o a spezzoni, in diretta e on demand. Il 59% degli italiani associa alla radio determinate trasmissioni che seguirebbe anche su device diversi dall’apparecchio tradizionale. Il passaggio dal mezzo alla piattaforma di contenuti fruibili in ogni luogo e da ogni device è ormai compiuto. L’85% degli italiani ne è consapevole e ne dà un giudizio positivo. E le percentuali raggiungono il 95,5% tra i giovani millennial, il 95% tra gli imprenditori e i liberi professionisti, il 92% tra gli studenti. La crossmedialità non si discute. L’89% degli italiani è convinto che la partita degli ascolti si vinca sul piano della qualità dei contenuti e dei programmi proposti e non su quello degli apparecchi che li veicolano. L’87% pensa che la multicanalità sia la logica evoluzione dei cambiamenti intervenuti negli stili di vita e nelle modalità di consumo della popolazione. Il 72% vuole poter seguire i contenuti radio in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, a prescindere dal device utilizzato. La radio è dentro la vita degli italiani e chi la utilizza si sente parte di una comunità. Il 63% di chi segue i programmi radiofonici attiva almeno una forma di interazione con essi. Il 23% visita il sito delle emittenti di proprio gradimento, il 20% segue i profili social di programmi e di conduttori, il 19% ha scaricato una app che consente di fruire i contenuti che preferisce sullo smartphone. Tra chi segue le dirette, il 20% invia messaggi sms o WhatsApp oppure e-mail durante le trasmissioni e il 10% telefona in diretta. Forte la componente on demand, rappresentata da chi segue i programmi su YouTube (18,5%) e scarica i podcast (12%).

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