Ripartire al femminile

Con questo articolo di Nicole Vian, prosegue “Ripartire al femminile”, serie di riflessioni dedicata all’approfondimento del dopo emergenza dal punto di vista delle donne. Ovvero quelle che, secondo molti, sono le grandi dimenticate dell’emergenza Covid, che in realtà le ha viste protagoniste assolute sul lavoro e sul fronte domestico.

Nicole Vian, PhD Scienze della Comunicazione e Formazione, tutor universitario Università Milano Bicocca, insegnante, interprete di Lingua dei Segni e mamma, Milano, Lombardia

Dopo mesi di lockdown in questo ultimo periodo abbiamo provato a ricominciare, con nuove idee e nuove prospettive. L’idea di un’istruzione e un’educazione che abbia come focus il diritto per tutti di pari opportunità di comunicazione, non è mai entrato in lockdown per l’ associazione di cui sono presidente. Fin dai primi giorni di marzo, grazie anche a importanti collaborazioni nate online come Lezioni sul sofà, e molte altre tra cui anche Rivista Blam, ci siamo giorno dopo giorno ricostruite, ripensate e, forse anche migliorate. Nel nostro agire via web abbiam cercato di riportare l’attenzione sociale verso i bambini, in particolare i bambini che non sentono, costruendo video di semplici attività didattico-educative, che vedevano i bambini stessi attori protagonisti spontanei della costruzione del loro sapere e dei loro apprendimenti, in una condivisione con l’adulto, che faceva da aiutante-osservatore. Abbiamo tradotto in LIS canzoni per garantire anche accessibilità a messaggi di diversa natura, al pari delle possibilità che ha un bambino, ma anche un adulto, che ci sente. Giornalmente traduciamo il Sindaco Sala, in stretta collaborazione con il Municipio Otto di Milano. Siamo certe che la Lingua dei Segni sia una lingua formativa anche per le persone udenti che guardano le traduzioni, un po’ come seguire un film in lingua inglese! Resta la verità che la Covid 19 ci ha resi deboli, tutti e, in una professione delicata come quella dell’insegnamento e dell’interpretazione, il contatto con l’altro e con il suo destino, diverso dal mio, è il collante della relazione e poi della professione. La sfida di mantenere questo fil rouge verso chi non ha libero accesso alla comunicazione verbale, ha reso il nostro lavoro fluido e in continuo divenire. La spinta di garantire supporto didattico, idee educative per i più piccoli in lingua vocale e in Lingua dei Segni e sostenere l’impegno di traduzioni, ha modificato le nostre giornate, dandoci l’opportunità di sentirci parte di un cambiamento per ripensare l’insegnamento e l’educazione e per la valorizzazione di ogni forma di comunicazione. Sono stati mesi difficili, ma la condivisione ci ha insegnato anche a divertirci, a ridere di quello che facevamo e proponevamo. Crediamo nella gioia degli sforzi condivisi, perché lo spirito di questi mesi è stato proprio quello di non lasciare indietro nessuno, almeno, ci abbiamo fortemente provato. Per il futuro ci immaginiamo una società più includente, soprattutto dopo che ognuno di noi ha dovuto provare la sensazione di sentirsi escluso, chiuso e in qualche modo impotente davanti ad un mondo che nei mesi precedenti sembrava estrometterci. Una società dove l’insegnamento della Lingua dei Segni, sia un’opportunità anche per chi ci sente, perché si arrivi tutti a credere che: “Comunicare si può, sempre!”

Nicole Vian

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