Ripartire al femminile

Con questo articolo di Beatrice Agostinacchio, prosegue “Ripartire al femminile”, serie di riflessioni dedicata all’approfondimento del dopo emergenza dal punto di vista delle donne. Ovvero quelle che, secondo molti, sono le grandi dimenticate dell’emergenza Covid, che in realtà le ha viste protagoniste assolute sul lavoro e sul fronte domestico.

Beatrice Agostinacchio, managing director di Hotwire Italy

L’attuale emergenza sanitaria ci ha posto di fronte a uno stop forzato, a un cambio di paradigma che è avvenuto senza nessun preavviso. È successo e basta. Di fronte a un fortissimo disorientamento iniziale devo dire che questa situazione è stata anche un’occasione importante di riflessione. Non vivo l’esperienza di madre per cui non ho dettagli per potermi esprimere su questo tema, ma di sicuro un punto su cui mi sono soffermata a pensare è il tema della conciliazione. Ho scoperto, ad esempio, che prendersi cura della propria casa è importante, dedicargli tempo consente di creare degli spazi di maggiore intimità che stimolano anche il pensiero con un conseguente aumento della produttività. Un altro spunto di riflessione importante è stato relativo alla gestione dei tempi. Ho capito che è fondamentale dettare delle sequenze. Lo smart working è uno strumento utilissimo ma può trasformarsi velocemente in una trappola. Il rischio di essere dipendenti da uno schermo, sempre a portata di mano, può portare a non disconnettersi mai. Io mi sono imposta dei tempi e questo mi ha aiutato per focalizzarmi sull’attività lavorativa quanto su quella domestica e privata, sia che fossero le pulizie o l’allenamento sportivo. E ora è il momento di pensare alla ripartenza. Di sicuro il mio proposito è quello di mantenere ritmi meno sostenuti, mantenere lo smart working che consente di conciliare gli impegni lavorativi e quelli privati, proseguire nella coltivazione di hobby e non farsi prevaricare dalle mere logiche di business. Credo che questo periodo sia stato molto utile anche per capire quanto è importante ascoltare le esigenze degli altri, che saper lavorare in team significa adattarsi. Se dovessi riassumere il mio pensiero in una parola credo che da questo periodo ci porteremo dietro il concetto di flessibilità, che potrebbe sembrare paradossale se legato a un momento in cui siamo stati soggetti a forti imposizioni. Ma proprio per questo abbiamo saputo trovare i nostri ritmi in accordo con gli altri. A partire dal proprio team ma anche con la propria famiglia, col partner, con gli amici, con i clienti. Una parola, infine, sulla questione femminile. In un Paese in cui ancora troppo grava sulle madri, spero che questa quarantena forzata abbia portato tutti a riflettere sullo straordinario lavoro che tutti i giorni sono chiamate a fare e a stimolare il pensiero che i compiti vadano suddivisi e che non debbano gravare – di default – solo su un sesso. E pensando proprio alla ripartenza spero che questo punto sia chiaro a tutti i datori di lavoro, collaboratori, partner per iniziare a pensare anche di impostare il lavoro in modo diverso.

Beatrice Agostinacchio

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