Come sono cambiati i comportamenti dei consumatori europei e statunitensi

Una nuova ricerca condotta da Blue Yonder, che ha coinvolto consumatori europei e statunitensi nei mesi di marzo e aprile, evidenzia come i comportamenti di acquisto dei consumatori siano cambiati durante la pandemia Covid-19. In entrambi i continenti è emerso che il settore della vendita al dettaglio di generi alimentari è stato letteralmente inondato dagli ordini online. Questo cambiamento di abitudini di acquisto ha portato pesanti conseguenze al servizio offerto dai grocer, in particolare in ambito di ritardi e disponibilità dei servizi di consegna. In Europa lo shopping in negozio continuerà a svolgere un ruolo importante anche nella fase 2. Tuttavia il 19% degli intervistati (il 23% in Italia) ha dichiarato che probabilmente visiterà i negozi di alimentari e largo consumo meno di quanto facesse prima, dato che sale al 27% (34% in Italia) per le altre tipologie di negozi. La disponibilità delle scorte è stata una delle principali sfide che i retailer si sono trovati ad affrontare durante la pandemia Covid-19. Il 38% degli acquirenti europei ha dichiarato che, rispetto all’inizio della crisi Covid-19, capita più spesso che i loro articoli e brand preferiti siano esauriti in gdo. I consumatori europei hanno indicato che prima della crisi ritenevano prioritari, nell’ordine, prezzo (72%), gamma di prodotti (54%), disponibilità di stock (48%). Per ciò che riguarda l’Italia: prezzo (76%), disponibilità delle scorte (57%) e gamma dei prodotti (55%). Ora invece, la disponibilità dei prodotti è balzata al primo posto (58%), seguita da prezzo (56%) e gamma di prodotti (39%). Anche in Italia si colloca al primo posto la disponibilità dei prodotti (64%), seguita da prezzo (60%) e dalla prossimità del negozio (42%). Questo dato mette in evidenza la rilevanza della prossimità per i consumatori Italiani, che per gli intervistati europei si colloca invece tra il quarto e il quinto posto. I risultati chiave hanno rivelato che in Europa quasi la metà (47%) dei consumatori spende di più per i generi alimentari da quando sono state messe in atto le misure per combattere la pandemia, con oltre un terzo (35%) che ha dichiarato di aver aumentato gli acquisti di generi alimentari online. In Italia il 44% degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato gli acquisti online di generi alimentari, e il 40% quelli online di generi non alimentari Il Covid-19 avrà chiaramente un impatto a lungo termine sulle modalità di acquisto di prodotti non alimentari. In Europa più della metà (58%) dei consumatori ha ridotto le spese di abbigliamento da quando sono state messe in atto le restrizioni. Per la precisione il 77% in Italia, il 68% in Francia, il 57% in UK, il 48% in Svezia e il 39% in Germania. C’è stata una tendenza simile per i settori fai da te ed elettronica, che hanno registrato una diminuzione della spesa rispettivamente da parte del 40% e 45% (il 48% e 61% in Italia). Comprensibilmente, il settore sanitario ha invertito il trend, con il 23% degli acquirenti che ha detto di aver speso di più durante questo periodo ( contro una media del 17%,  in Italia 26% ). L’indagine europea è stata condotta da Opinium con 6.018 interviste online di cittadini europei (2.000 nel Regno Unito, 1.000 in Francia, 1.000 in Germania, 1.000 in Italia, 1.000 in Svezia).

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