In mostra Andrea del Verrocchio a Firenze

Palazzo Strozzi celebra Andrea del Verrocchio, artista simbolo del Rinascimento a Firenze, attraverso una grande mostra che ospita oltre 120 opere tra dipinti, sculture e disegni provenienti dai più importanti musei e collezioni del mondo come il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Victoria and Albert Museum di Londra, le Gallerie degli Uffizi di Firenze. L’esposizione, con una sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello, raccoglie insieme per la prima volta celebri capolavori di Verrocchio e opere capitali dei più famosi artisti della seconda metà del Quattrocento legati alla sua bottega, come Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino e Leonardo da Vinci, il suo più famoso allievo, di cui sarà possibile ricostruire la formazione e lo scambio con il maestro attraverso eccezionali prestiti e inediti confronti. L’esposizione, curata da due tra i maggiori esperti dell’arte del Quattrocento, Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, si colloca come uno degli eventi di punta delle celebrazioni leonardiane del 2019 e costituisce la prima retrospettiva mai dedicata a Verrocchio, mostrando al contempo gli esordi di Leonardo da Vinci, offrendo uno sguardo sulla produzione artistica a Firenze tra il 1460 e il 1490 circa, l’epoca di Lorenzo il Magnifico. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la National Gallery of Art di Washington DC, che sarà la seconda sede dell’esposizione dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020. In mostra “Dama del mazzolino”, busto che evoca l’ideale di bellezza femminile dell’età di Lorenzo il Magnifico, che unisce grazia aristocratica e valori morali. La presenza delle mani è l’aspetto più innovativo di questo busto ritratto, il primo in cui siano inserite le braccia: l’opera ha svolto un ruolo centrale nel percorso di Verrocchio, divenendo anche modello di riferimento per gli artisti che frequentavano la sua bottega. Verrocchio si formò nell’ambiente poliedrico delle botteghe fiorentine di oreficeria, ma poi, ventenne, trovò nell’uso del marmo e del bronzo il fulcro della propria espressione artistica. La svolta maturò nella bottega di Donatello, anche se fu Desiderio da Settignano, poco più adulto di Andrea ma già figura di riferimento, a insegnargli a scolpire in marmo. Nel 2019 si celebra il cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo, il suo più grande allievo, e l’esposizione si offre come uno dei più importanti eventi a livello internazionale nell’ambito delle celebrazioni leonardesche. Vi troviamo “Madonna col Bambino”, risalente al1472 circa, in terracotta, conservata a Londra, al Victoria and Albert Museum. Questa strabiliante Madonna non ha riscontri diretti con nessun’altra scultura del Rinascimento fiorentino, mentre ne ha moltissimi con i disegni e i dipinti di Leonardo, soprattutto giovanili, ma anche maturi. Restando a lungo con Verrocchio, Leonardo dovette imparare a modellare benissimo l’argilla. E Vasari ricorda che egli fece “nella sua giovanezza di terra alcune teste di femine che ridono”. L’itinerario espositivo collega idealmente Palazzo Strozzi col Museo del Bargello quali luoghi fisici distinti, ma complementari, di una mostra articolata in undici sezioni: nove a Palazzo Strozzi; due al Museo Nazionale del Bargello. Al Museo Nazionale del Bargello è pure esposta l’Incredulità di San Tommaso, sommo capolavoro del Verrocchio nell’arte del bronzo. Il Mercurio bronzo già dorato di Giovan Francesco Rustici arriva da Cambridge, The Fitzwilliam Museum, University of Cambridge (The Syndics of the Fiztwilliam Museum). Documenta la fortuna del Putto col delfino di Verrocchio, cui è accomunato anche dall’essere opera di committenza medicea destinata al vertice di una fontana. Il Mercurio fu richiesto a Rustici, tra gli ultimi allievi di Verrocchio, nel 1515 da Giulio de’ Medici, poi papa Clemente VII, per sostituire la figura nel frattempo sottratta per furto o per confisca dal culmine della fontana di Palazzo Medici, opera di Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano.

Giornalista, blogger, Tecnico per la Comunicazione e il Multimedia

nel Patrimonio Culturale, Turismo ed Enogastronomia

Per entrare in contatto con l’autrice: adelemessina.press@gmail.com

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