SE QUESTO È UN UOMO – SECONDA PARTE

 

Chi ha letto la prima parte di questo articolo/denuncia poteva pensare che i dubbi sulle qualità di certe persone “addette ai lavori” potessero esprimersi solo nei confronti di coloro che, tramite la comunicazione commerciale, cercano di irretire i bambini con artifici studiati ad hoc, per spingerli a chiedere (alla famiglia) i prodotti a loro destinati … e invece no. La questione di chi è nelle mire del lato oscuro di coloro che, senza alcun senso di responsabilità sociale, operano “in comunicazione” o “con la comunicazione” è ahimè ben più ampia. Include infatti anche quanto viene prodotto a scapito di persone maggiorenni. Di coloro che si considerano adulti insomma: quelli che si pensa siano capaci di badare a sé e di difendersi dagli “agguati commerciali” e dalle conseguenti “sirene” di un sistema molto attrezzato per superare le barriere di chi è meno a ttrezzato di “lui”, in quello che potremmo considerare il capitolo confuso di una moderna Odissea.

Mi riferisco in modo particolare, e con particolare sdegno, al gioco d’azzardo e alla pubblicità che lo promuove, dove l’uomo sembra appartenere ad una comunità ebete, arretrata nel pensiero e attratta da una modernità che gli si manifesta attraverso oggetti lucenti resi tali da una luce comunque artificiale. I produttori di quegli “oggetti” e di quella “luce” sono persone e sono i principali responsabili di un degrado sociale devastante, mascherato da attività di promesse e ricerche di fortune ipotetiche e comunque mai così facilmente raggiungibili come invece viene fatto balenare, usando anche “testimonial” che dovrebbero vergognarsi e negare la propria complicità.

Non saprei dire se sia più grave la manipolazione consapevole della mente di un bambino o di un adulto, perché non credo necessario né utile fare una classifica delle cose brutte. Sono brutte e basta. Senza se e senza ma. Sono le manifestazioni del peggio che una persona possa elaborare nei confronti di un suo simile, disarmato al cospetto di quelle che i più medagliati del settore definiscono “strategie di penetrazione”. Sono devianze e sfumature di malignità che, in tempi ancora troppo recenti per non pensarci, si sono manifestate in altro modo, più atroce e indicibile, ma prodotto dalla “stessa pasta”. Chi legge sa fare due più due.

Senza esagerare stiamo esagerando. Anzi, le distanze che intendo prendere da chi agisce e pensa in questo modo mi consigliano di scrivere che “stanno esagerando”. Soprattutto perché gli scopi sono banali … come in ogni male che agisce senza sapere di esserlo.

Intendiamoci, il commercio non è il male, ma lo sono i modi con cui la bramosia di denaro da entrambe le parti (chi promette e chi cerca) entrano in campo. Il sistema del “gioco” è tutto in attacco e conta su una difesa debole e anche poco allenata. Solitamente l’intento commerciale occupa sempre l’area delle forzature, delle intromissioni e del sempre sedicente tentativo di seduzione, ideato dai cosiddetti “strateghi” e che alberga stabile in ogni “commercial”. Nell’azzardo e nell’induzione ad esso si gioca con l’illusione più che in ogni altro tentativo di quella che non è altro che subdola estorsione. Si assiste ad un azzardo duplice: quello del giocatore, sedicente libero di giocare, e quello di chi, bluffando, gli promette vincite favolose. Un gioco che a vederlo giocare non si può non provare imbarazzo e pena se si è dotati di un minimo di buonsenso. Menti manipolate che perdono il senno e danno luogo a tragedie di cui diventano folli protagonisti, coinvolgendo spesso chi gli sta vicino. Persone che non puntano più su di sé, ma su una probabilità i cui numeri -pur essendo disponibili, ma in luoghi non sufficientemente comunicati- non vengono degnati della necessaria attenzione. Pseudo aziende che producono illusioni socialmente pericolose di cui lo Stato – con tutti i Governi – è stato fino ad oggi complice prezzolato e spettatore di parte. Di parte avversa a quella dei deboli. Non so quando, come e se si attuerà il divieto di pubblicità per questi “prodotti”, annunciato dall’attuale Governo, ma personalmente spero si concretizzi presto e senza troppe eccezioni o deroghe.

 

Pietro Greppi

Ethical advisor e fondatore di Scarp de’ tenis

Per entrare in contatto con l’autore: info@ad-just.it

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *