Consorzio Parmigiano Reggiano chiude il 2017 a +5%. Il budget adv a quota 20 milioni

Un 2017 considerato un anno record per la produzione della Dop Parmigiano Reggiano: +5,2% rispetto all’anno precedente, oltre 3,65 milioni di forme (circa 147mila tonnellate) prodotte, un giro d’affari al consumo pari a 2,2 miliardi di euro. Sono questi alcuni dei numeri che hanno caratterizzato lo scorso anno del Consorzio Parmigiano Reggiano, che ieri ha presentato alla stampa i dati economici del comparto. Alla conferenza stampa, alla quale erano presenti il vice presidente del Consorzio, Guglielmo Garagnani, e il vice ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, il ruolo del primo attore è andato al presidente Nicola Bertinelli, nominato lo scorso anno per dare una svolta all’ente e a un prodotto che negli ultimi anni, come ricordato da Bertinelli, ha vissuto “un periodo poco brillante”. «Nell’ultimo anno abbiamo iniziato a cogliere i risultati del cambiamento che ha interessato il consorzio: oltre a una crescita in valore, anche una crescita in volumi, nonostante si sia registrata anche una crescita dei prezzi al consumatore finale, e un +4% per ciò che riguarda l’export, dove il primo mercato è la Francia, seguita da Germania e Usa, Regno Unito e Canada». La strategia del Consorzio si basa sui quattro pilastri rappresentati da distintività di prodotto, incremento dell’export, lotta alla contraffazione e sviluppo delle vendite dirette dei caseifici. Il primo è anche il più importante: «Ci sono 3,5 milioni di famiglie fedelissime al Parmigiano Reggiano, 3,9 milioni al nostro principale competitor (il Grana Padano, ndr) e 14 milioni di famiglie che comprano indistintamente uno o l’altro. Per aumentare le vendite, abbiamo messo in campo azioni di riposizionamento della marca, rafforzando la comunicazione con l’obiettivo di far percepire al consumatore i vantaggi che rendono il Parmigiano Reggiano Dop un unicum al mondo. Per ampliare i mercati in Italia e all’estero, spiegando che il Parmigiano Reggiano è un prodotto che non deve mancare sulle tavole, dallo scorso anno abbiamo avviato un riposizionamento del marchio, per il quale il bilancio preventivo del Consorzio ha previsto un investimento in comunicazione pari a 20 milioni di euro (12 in Italia e 8 all’estero), 7 milioni in più rispetto all’anno precedente». Il rinnovo della brand identity e la campagna omnichannel “Parmigiano Reggiano. Quello vero è uno solo” hanno preso il via lo scorso ottobre con la creatività di Grey e alla pianificazione di Media by Design (Italia Brand Group). In marzo il terzo episodio della campagna, dedicato alla monoporzione come snack ideale per tutti in ogni momento della giornata. «Il nostro sforzo è stato quello di dare valore alla marca e di parlare a tutti i nostri target di riferimento, che non è solo il responsabile d’acquisto, ma anche la mamma, lo sportivo, il food lover, l’anziano, il teen ager. Vogliamo quindi comunicare il Parmigiano Reggiano come un alimento che accompagna il consumatore durante tutti i momenti della sua giornata e della sua vita, un alleato per la salute e il benessere psicofisico. Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) è iniziato lo shooting del prossimo spot, che sarà on air il 6 maggio e sarà dedicato a chi pratica lo sport». Non mancano le attività di marketing territoriale: «La Dop “trascina” il territorio dove nasce – Parma, Reggio Emilia, Modena Bologna e Mantova – con una ricaduta importante sull’economia locale. Vogliamo perciò raccontare anche dove nasce il prodotto che il consumatore acquista. Da qui l’iniziativa “Caseifici aperti”, che due volte all’anno, in autunno e in primavera – primo appuntamento 2018 il fine settimana del 28-29 aprile -, coinvolge i 50 caseifici aderenti. Abbiamo inoltre creato una rete internazionale di agenzie di pr che comunicano ai media di 9 paesi, dove ci stiamo facendo conoscere e apprezzare, il nostro prodotto». il consorzio ha incrementato infatti gli investimenti all’estero sia in ambito marketing che relazioni pubbliche con la creazione del network di uffici stampa presenti nei principali mercati di riferimento. L’export rappresenta una delle leve principali per sostenere l’incremento di produzione e per questo 137 caseifici su 335 hanno certificazioni aggiuntive alla Dop, come il Kosher e l’Halal per rispondere alle diverse esigenze di mercato. «Siamo una marca conosciuta in tutto il mondo, rappresentiamo il meglio del made in Italy in campo agro-alimentare. Dobbiamo perciò aspirare a divenire un “love brand” e quindi in uno stile di vita. Ed è questo che dobbiamo riuscire a comunicare, attraverso tutti i mezzi, ai mercati nazionale e internazionale».

Barbara Tomasi

 

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