Ceres e Bcube danno voce ai social da un balcone di Sanremo

ceres 1Nuova puntata del sodalizio tra Ceres e Bcube, questa volta nel cuore dell’evento più pop e seguito della tv italiana: il brand ha voluto contagiarlo con quello stesso spirito dissacrante e “instant” che l’ha ormai reso una vera e propria icona social. Durante la settimana del Festival di Sanremo, Ceres ha per così dire “trasformato” i suoi profili social in un luogo fisico. E non un luogo qualunque: il balcone di un palazzo accanto al teatro Ariston, proprio sopra al red carpet e a corso Matteotti, affollato di curiosi, artisti, cantanti e giornalisti. La location perfetta da cui prendere di mira, con ironia e sarcasmo, la kermesse canora. Con una promessa semplice per i followers: «Usate l’hashtag #SanremoCeres, i vostri tweet più divertenti diventeranno striscioni che appenderemo al balcone». Un’iniziativa centrata, visto che questo è stato il festival più social di sempre, con oltre 2,7 milioni di tweet. E il 60% del pubblico che ha seguito la kermesse usando Twitter è composto da millennials. Il brand è riuscito a ingaggiare questo target in una conversazione serrata ed esilarante. Con un intensissimo live-twitting guerrilla, scanzonato, provocatorio, senza filtri e senza censure, un botta e risposta durato per 5 giorni. Il risultato è decisamente soddisfacente: in migliaia hanno colto l’invito, e #SanremoCeres è stato uno dei 5 hashatg più utilizzati durante il Festival (analisi di Catchy per “La Stampa”). Non solo: sempre tramite Twitter, il team Ceres ha coinvolto nella conversazione cantanti, Twit-stars, musicisti e celebrities: in molti sono stati al gioco. E così, a tratti, il balcone si è trasformato in un vero e proprio palco laterale, con le live session di Cecile e di Ermal Meta (nuove proposte di Sanremo), una surreale intervista a Lorenzo Fragola, lo street-Jacking di Elianto, il concerto in diretta Periscope di Lidia Schillaci. E poi le esibizioni di un complesso bandistico, di un coro di montagna, e anche di semplici passanti in vena di cantare. Nulla di preparato, tutto all’insegna dell’improvvisazione e della spontaneità. «Il Festival – spiega il team Ceres-Bcube – è l’evento nazionalpopolare per eccellenza, è ingessato e anche un po’ pacchiano. Con la mediazione del second screen, della social tv, invece, diventa un’altra cosa: i ragazzi che lo seguono sui social network hanno il potere di trasformarlo in una grande  risata collettiva che lo dissacra. È stato un piacere e un onore per noi riuscire a inserirci alla pari in questa conversazione: per amplificarla, farla uscire dai margini di smartphone e tablet e per portare la voce dei nostri “amici” al centro dell’evento».

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