LuxHub: nel lusso i super brand sono in cima alle preferenze

Isabelle Harvie-Watt
Isabelle Harvie-Watt

LuxHub, la recente sigla di consulenza sul lusso lanciata da Havas Media Group, ha svolto una ricerca globale intervistando il 10% delle persone con il più alto reddito in USA, Regno Unito, Cina, Russia, Francia, Italia, Germania, Spagna ed Emirati Arabi Uniti. L’analisi aveva l’obiettivo di comprendere il percorso d’acquisto dei beni di lusso e le aspettative future dei customer sondando questi temi nei settori retail, viaggi, arredo per la casa, auto, gioielli, arte ed in particolare su 40 top brand globali. Ne è risultato che la spesa media pro-capite dei beni di lusso è stata per il 2014 di quasi 27.000 euro, equivalente al 21% del reddito famigliare, anche se sono state rilevate sostanziali differenze tra i diversi paesi. La spesa netta per i beni di lusso crescerà del 7% nel 2015, sia grazie al fatto che aumenta la fiducia sulle risorse personali sempre crescenti, sia perché il ventaglio di prodotti e brand di lusso desiderati diventa sempre più ampio. Oltre la metà dei beni di lusso vengono acquistati a prezzi scontati. Solo poco più della metà degli intervistati (57%), si aspetta che i brand del lusso intraprendano una relazione con i propri clienti sui social media; mentre tra i Millennials, il 72% è convinto che i social network rappresentino ormai un canale di comunicazione imprescindibile. I “super brand”  del lusso continuano ad essere in vantaggio e vengono preferiti ai marchi di nicchia dal 64% degli intervistati. In particolare, in Cina l’83% preferisce i super brand (in primis Louis Vuitton e Chanel), questa percentuale scende in USA al 73%, mentre la Spagna emerge come paese più attratto dai brand di lusso di nicchia, con il 43% di preferenze per i brand più noti. In questa classifica l’Italia si posiziona al 6° posto con il 64%. Isabelle Harvie-Watt, global ceo LuxHub, commenta: «Da questa ricerca globale emergono differenze culturali importanti, che spiegano l’importanza di personalizzare l’esperienza d’acquisto per i diversi target nei rispettivi paesi. Ma ancora più importante sarà implementare una strategia culturalmente rilevante non solo nei paesi di appartenenza, ma anche in ogni altro luogo dove i consumatori interagiscono con il brand».

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