Garante privacy: Google deve avere il consenso di chi “profila”

googleSi alza un po’ l’asticella per Google e le sue attività legate alla pubblicità comportamentale. A rendere le cose più difficili al gigante di Mountain View nel nostro Paese è stato il Garante per la Privacy, che ha stabilito che il motore di ricerca non potrà utilizzare i dati riguardanti i profili dei propri utenti se non dopo avere ottenuto un esplicito consenso, informato sul fatto che le informazioni indirette su gusti, preferenze, ricerche in corso saranno utilizzati a fini commerciali. Si tratta del primo provvedimento di questo tipo in Europa e potrebbe costituire un precedente importante, visto che Bruxelles pensa ad un’azione coordinata di tutte Autorità di protezione dei dati europee. Pronunciandosi sul diritto all’oblio, infatti, la Corte di Giustizia europea indica pure nel concreto le possibili misure che Google deve adottare per assicurare la conformità alla legge. Nel corso dell’istruttoria, caratterizzata anche da diverse audizioni con i suoi rappresentanti, Google ha adottato una serie di misure per rendere la propria privacy policy più conforme alle norme. Il Garante ha tuttavia rilevato il permanere di diversi profili critici relativi alla inadeguata informativa agli utenti, alla mancata richiesta di consenso per finalità di profilazione, agli incerti tempi di conservazione dei dati e ha dettato una serie di regole, che si applicano all’insieme dei servizi offerti. Google avrà 18 mesi per adeguarsi alle prescrizioni del Garante. 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *