Le “eroiche” 300 PMI che hanno sconfitto la crisi

PMI-1Crescono a un ritmo tre volte superiore alla media del settore. A dispetto della crisi hanno raddoppiato il reddito operativo negli ultimi 5 anni e hanno rafforzato la loro solidità finanziaria. Sono le eroiche 300 (per l’esattezza 327) PMI eccellenti d’Italia, che per continuare a crescere puntano sulla capacità di rispondere alle esigenze dei mercati globali, sull’internazionalizzazione e sull’innovazione digitale. Se ne parla nell’indagine annuale dell’Osservatorio PMI di Global Strategy, società di consulenza strategica e finanziaria, che il 22 luglio i risultati dell’edizione 2014 nel corso del convegno “PMI italiane fra tradizione e innovazione digitale”, organizzato a Milano, in collaborazione con Borsa Italiana e con il supporto di Schroders Wealth Management e dello Studio Legale Associato Negri-Clementi. L’Osservatorio PMI ha individuato, tra le oltre 40mila imprese italiane manifatturiere e di servizi, circa 8.000 aziende che hanno registrato nel 2012 un fatturato tra 20 e 250 milioni di euro e che compongono l’universo di riferimento. Analizzando i bilanci, sono state poi selezionate quelle che negli ultimi cinque anni hanno soddisfatto requisiti di crescita, redditività e solidità finanziaria superiori alla media del loro settore di riferimento. Quest’anno sono 327 le aziende che hanno passato la selezione registrando tassi di crescita medi annui del fatturato tre volte superiori rispetto all’universo delle PMI (+10% contro +3%) e un reddito operativo che è cresciuto nel periodo 2008-2012 di ben il 19% medio annuo (contro una diminuzione media del 3% da parte delle PMI “normali”). Un’eccellenza che trova conferma anche nella capacità di generazione di cassa (rapporto PFN/Ebitda pari a 0,4 contro 2,6 del resto delle PMI nel 2012) e nel ritorno sugli investimenti (ROI 2012 pari a 12,1%). La sesta edizione dell’Osservatorio ha consentito di verificare gli effetti che la crisi globale ha avuto sulle PMI eccellenti, evidenziando come il loro dna sia rimasto sostanzialmente immutato. Prima di tutto, si tratta di imprese che operano in settori maturi (oltre il 30% appartiene alla meccanica e alla metallurgia), anche se si assiste a una progressiva affermazione di quelle di servizi principalmente attive nello sviluppo software, e più in generale attività di supporto alle funzioni d’ufficio (22 aziende in più rispetto alla scorsa edizione). In secondo luogo, tre su quattro sono situate nel Nord Italia (73%), nonostante si noti una “sofferenza” in termini di penetrazione delle eccellenze nel Nord-Est e nel Sud (rispettivamente 3,8% e 2,7% contro una media nazionale del 4,1%). In controtendenza il Centro, unica zona dello Stivale che vede una crescita della penetrazione (pari al 5,3%). Si tratta di aziende dalla forte vocazione globale: realizzano infatti quasi il 40% del loro fatturato all’estero, e prevedono di incrementare tale quota nei prossimi tre anni mediamente del 9%. Prevedono inoltre di incrementare il valore della propria produzione aggredendo nuovi mercati (per il 14% del campione) o sviluppando nuove iniziative (per il 24%). Infine, sono fortemente orientate all’innovazione: investono ben il 5% del loro fatturato in ricerca e sviluppo. In particolare, è interessante notare che la maggior parte di questo budget (53%) è ancora destinato al miglioramento del prodotto, mentre gli investimenti in digitalizzazione sono pari al 15%.

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