Davide Boscacci: «Non è importante il Leone ma ciò che questa settimana rappresenta»

http://youtu.be/t61kCdFQub0

 

Alla terza giornata del Festival, l’Italia è a quota 12 leoni, di cui 3 ori. Un risultato importante, superiore al momento attuale all’anno scorso, quando di ori ne avevamo presi solo uno, che era andato al cliente Heineken e a Publicis capitanata dal pluripremiato Bruno Bertelli. Quest’anno il grande vincitore è, ad oggi, Saatchi&Saatchi, con ben due ori per CoorDown.

Il terzo è andato a Samsung con Leo Burnett e si spera che possa aggiudicarsi altri metalli, perché secondo Davide Boscacci, group creative director di Leo Burnett Torino, è un progetto molto bello che merita di più: «Le categorie più interessanti secondo me sono Direct, Pr e Promo & Activation, anche se scontano confini labili tra loro, identità ancora un po’ approssimative, ma ciò che si vede al loro interno è davvero stimolante. Ormai la nostra creatività non ha nulla da invidiare al resto del mondo, abbiamo dei buoni talenti che sono anche andati all’estero, come Marco Venturelli, e hanno conquistato leoni. Vinciamo in Italia e vinciamo all’estero. Il problema non sono le persone ma il Paese, ciò che manca è la ripresa dell’economia italiana, perché in un momento di recessione la propensione al rischio e all’investimento calano. Sono convinto che, nel momento in cui cominceremo a crescere come Paese, raccoglieremo di più anche creativamente. Poi paradossalmente accade che nei momenti bui viene fuori la frustrazione e la voglia di fare che dà la spinta ai creativi per cercarsi soddisfazioni alternative, spesso con buoni risultati e bassi budget, ma questo non può diventare la norma. Ormai Cannes è diventato un mega-festival, le categorie sono tantissime ed è innegabile che sia diventato un po’ dispersivo. Detto questo, io vedo sempre più gente sulla Croisette, sempre più entry e soprattutto sempre più clienti, quindi evidentemente il modello funziona. Però non è tanto importante il Leone ma quello che questa settimana rappresenta, ovvero un momento di riflessione sulla creatività e soprattutto un’opportunità per clienti, creativi e i vari player di trasferirsi stimoli e trovare modi per guardare al futuro. Bisogna dire che sempre più aziende vogliono essere presenti qua e vogliono salire sul palco, perché hanno capito che ciò che fa andare avanti il loro business sono le idee. Oggi si è ampliato il ventaglio di media a disposizione, un’idea trova la sua collocazione su più media, ed è diventato quasi noioso parlare di agenzie a 360 gradi, a servizio completo, perché ogni struttura trova la sua strada affidandosi a verticalizzazioni interne o usufruendo di servizi esterni. Non credo ci sia un modello di agenzia, l’importante è mettere le idee al centro. L’integrazione la fanno le persone non le strutture, le competenze si integrano se le persone si parlano. Non è un modello, è un approccio».

Vanna Assumma

 

(riprese e montaggio video Elena Pescucci)

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