Cannes Lions 2014, tra storytelling e programmatic buying…

cannes2Non si arrabbino i predecessori. Non è sempre elegante fare certi confronti, ma non si può fare a meno di notare come la squadra di giurati italiani al Festival Internazionale della Creatività di Cannes appaia, quest’anno, decisamente più forte del solito. Dire che questo automaticamente possa produrre una maggiore considerazione per i nostri lavori iscritti alle varie categorie del premio è però un salto logico che non si deve correre il rischio di fare. L’anno passato abbiamo vinto ben 19 riconoscimenti e, in particolare, ha ancora una volta fatto la parte del ‘leone’ il rappresentante nazionale della giuria Film, Bruno Bertelli. Stavolta partecipiamo con 493 progetti (6 in più del 2013) e non c’è niente di strano che – considerate anche le tradizioni – ad iscrivere più lavori, ben 61, siano state l’agenzia di Bertelli, Publicis, e i cugini di Leo Burnett, anche se, in particolare, in gara per i Film ci sono “soltanto” 43 campagne contro le 62 del 2013. Il nostro comparto stavolta pare credere di più, a stare almeno al numero di iscrizioni in crescita, nelle possibilità di spuntarla nelle categorie Cyber (47 lavori invece dei 32 del 2013), Direct (53 vs 37), Media (59 vs 43), Branded Content & Entertainment (32 vs 22), Innovation Lions (3 vs 1), Promo & Activation (59 vs 42) e Radio (20 vs 19). Le cose negli ultimi tempi vanno un po’ meglio di prima e forse sono due i motivi principali. La nostra compagine, ma anche la nostra industry, pur messa a dura prova dalla crisi, si è decisamente sprovincializzata ed ora pare capace di mettere in atto tutte le misure, “tecniche” e culturali, per fare bella figura al Festival; e poi conta anche la maggior apertura verso le idee e la creatività in generale, di cui in questi mesi sono stati un simbolo i tanti passaggi di direttori creativi alle poltrone di vertice di moltissime agenzie. Certo, di qui a dire che la creatività è al potere in Italia ce ne passa, ma certamente qualche sviluppo positivo c’è stato. Come sarà questa edizione del Festival? I tempi che viviamo paiono spingerci tutti, nella vita come nelle professioni, ad un “critico” e assieme sempre più inusitato e spesso contraddittorio sforzo di sintesi tra cuore e ragione. Nella pubblicità la sfida è quella di mettere assieme il lato emozionale, il racconto – il famoso storytelling – con la capacità di alimentarlo e rinnovarlo attingendo alla straordinaria quantità di informazioni che il mondo digitale ci regala e ci mette a disposizione in tempo reale. Tra pochissimi istanti sapremo cosa ha prodotto la meglio gioventù del pianeta.

Salvatore Mancuso

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *