Assocom, l’esortazione da Marinetti e il Futurismo: «Perché guardarci alle spalle?»

Marco Testa
Marco Testa

Una giornata densa e in un certo senso memorabile quella dell’appuntamento annuale di Assocom, anche se pesava la mancanza di alcune strutture, quelle di Wpp in primis. Eppure il presidente dell’associazione Marco Testa ha rivelato a Pubblicom, poco prima dell’annuale incontro “Comunicare Domani”, che pensa di riuscire a riportare dentro alcuni fuoriusciti: «Stiamo confrontandoci con loro – ha asserito – e puntualizzando insieme i driver che ci interessano. Sono fiducioso che nel 2015 avremo alcuni rientri. Inoltre tra un mese comunicheremo un grande evento che abbiamo ideato, a parte il già annunciato festival italiano della creatività IF!, e che sarà qualcosa di inaspettato». Il presidente ha poi aperto i lavori inneggiando all’unione tra i player della industry, all’importanza di operare insieme, perché la creatività è composta sia da idee che da dati. Una sferzata dal taglio “alto”, culturalmente ed emotivamente parlando, l’ha data Marco Girelli, ceo di Omg Italia nonché vice presidente di Assocom, con la proiezione del video sul Manifesto del Futurismo del 1909, che ha preceduto il suo intervento. Tra le frasi di Marinetti, un’esortazione che può essere utilizzata per la nostra industry: «Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli, perché dovremmo guardarci alle spalle?». Girelli ha poi illustrato lo scenario sugli investimenti pubblicitari del comparto: «Prevediamo una chiusura 2014 a –1%. Sarà quindi un anno flat, anzi leggermente negativo, anche perché Nielsen ha registrato per il primo trimestre un calo del 3,3%. Dal 2009 ad oggi abbiamo avuto 5 anni di trasformazioni incredibili: avevamo 7 canali generalisti e ora centinaia di canali tv, siamo sempre connessi con tanti device, si è sviluppato il 3D, la digitalizzazione del cinema, l’out-of-home. Il mercato quest’anno sarà a due velocità: internet crescerà del 5,7%, la tv dell’1%, mentre gli altri media saranno in calo: radio –1,6%, out-of-home –7,2%, cinema –12%, stampa –13,1%. Comunque più della metà della torta rimane alla tv, cioè il 52,5% degli investimenti pubblicitari, pari a 3682 milioni di euro. Il web conquista ben il 22%, ovvero 1,5 miliardi di euro. Valore che andrà approfondito e meglio definito dato che il Politecnico stima il mercato online a 1,8 miliardi di euro e IAB Europe a 1,7 miliardi. In ogni caso, tv e web insieme coprono il 75% degli investimenti, ovvero i tre quarti di tutta la spesa pubblicitaria. È chiaro che gli altri media si trovano a contendere una fetta sempre più piccola, ad esempio la stampa rappresenta il 14,7% a 1024 milioni di euro».

Vanna Assumma

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