Mediaset, raccolta Q1 a –1,8%. La Spagna cresce, l’Italia perde

Fedele ConfalonieriIl gruppo Mediaset tifa Spagna. Perché i conti della holding nella penisola iberica sono migliori – su ricavi complessivi, raccolta pubblicitaria, utili – di quelli ottenuti in Italia. E perché dalle attività televisive e pubblicitarie in quel Paese potrebbero arrivare ancora più soddisfazioni tra poche settimane. Le partite della nazionale spagnola, infatti, che ambisce legittimamente ad andare molto avanti nel torneo mondiale in Brasile a giugno e luglio, saranno trasmesse in esclusiva da Mediaset Espana. Questo nel quadro di un contesto economico complessivo che pare contrassegnato da accenni di ripresa dell’economia e dei consumi più stabili e robusti di quelli del nostro panorama nazionale.  Queste indicazioni di prospettiva si desumono dai conti appena presentati. Il consiglio di amministrazione di Mediaset ha infatti approvato il bilancio del primo trimestre del 2014. I ricavi si sono attestati a 820,8 milioni di euro, rispetto agli 831,6 del 2013 (–1,3%). L’Ebit è stato di 29,6 milioni, in calo rispetto 53,4 milioni del periodo omogeneo. Il risultato netto è stato negativo per 12,5 milioni di euro, mentre gli utili si erano attestati a 9,3 milioni nel primo trimestre dell’anno passato. L’indebitamento finanziario si è ridotto da 1.459 milioni a 1.378,7. In Italia i ricavi si sono attestati a 620,9 milioni, in calo rispetto ai 635,4 milioni del periodo omogeneo del 2013. In particolare i ricavi pubblicitari sono calati da 501,8 milioni a 492,5 milioni (–1,8%). Per quello che riguarda invece Mediaset Premium, le sottoscrizioni hanno complessivamente reso 142,8 milioni, rispetto ai 144,5 del primo trimestre del 2013, con il numero degli abbonati che è rimasto sostanzialmente invariato. L’ebit è calato a 7 milioni dai 34,6 del primo trimestre dell’anno passato, il risultato netto è stato negativo per 17,7 milioni a fronte di un utile di 4,2 milioni del Q1 2013. In Spagna i ricavi si sono attestati a 200,4 milioni, in crescita rispetto ai 196,6 del 2013; la pubblicità ha raggiunto quota 194,6 milioni contro i 191,2 per Q1 2013. L’Ebit spagnolo è stato in crescita: a 22,6 milioni dai 18,8 del 2013; l’utile netto è stato di 12,8 milioni (12,5 nel primo trimestre dell’anno passato). In tema di evoluzione della gestione, in Italia il gruppo segnala che l’andamento del mercato pubblicitario risulta altalenante anche nella parte iniziale del secondo trimestre. Nella nota si legge: il settore non sta ancora beneficiando di chiari segnali riferibili all’avvio di una fase di ripresa della domanda e dei consumi. In tale contesto, la strategia commerciale della concessionaria Publitalia – sottolinea Cologno – rimane concentrata sulla sostenibilità di lungo periodo del mercato pubblicitario, attraverso la difesa della redditività. «Ed evitando di inseguire comportamenti ribassisti sui prezzi praticati da alcuni concorrenti». Secondo Mediaset «tale strategia consentirà di consolidare la propria quota nel mercato totale della pubblicità, sebbene nel breve si potrebbero verificare riduzioni temporanee della quota nel mercato televisivo, assicurando una più rapida e solida ripresa non appena si dovesse materializzare l’attesa crescita del settore». In Spagna, dove invece la ripresa economica è maggiormente delineata e avviata, i ricavi pubblicitari dovrebbero mostrare una crescita moderata anche nel corso del secondo trimestre. Periodo al termine del quale Mediaset España disporrà anche dell’esclusiva delle partite della nazionale spagnola ai Mondiali di Calcio che si terranno in Brasile. La scarsa visibilità circa l’andamento del mercato per la restante parte dell’anno – conclude la nota del Bisicone – rende ancora difficile produrre stime attendibili sul risultato economico consolidato dell’esercizio in corso. Che annuncia: «Nei prossimi mesi, il Gruppo rimarrà concentrato sullo sviluppo multipiattaforma dei propri contenuti, sull’evoluzione strategica delle attività pay, oltre che sull’efficienza operativa, sulla generazione di cassa e sulla profittabilità nel medio periodo. Facendo leva sulla riduzione strutturale dei costi di funzionamento perseguita negli ultimi due anni».

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