Linkontro, Nielsen presenta il “Family Consumer” del terzo millennio: dal possesso alla sharing economy

Giovanni FantasiaHa preso il via ieri, presso la splendida cornice del Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula (CA), la trentesima edizione de Linkontro, tradizionale evento organizzato da Nielsen per la business community italiana legata al mondo dei consumi, con l’obiettivo di condividere l’analisi degli scenari e la valutazione delle tendenze dei mercati, confrontandosi su idee ed esperienze comuni. Ad aprire la tre giorni ricca di eventi e dibattiti è stato l’a.d. di Nielsen Italia Giovanni Fantasia, che ha presentato alla stampa gli studi condotti dall’istituto di ricerca per delineare usi e abitudini del nuovo consumatore del terzo millennio. «Nonostante una certa stabilità, dettata da numeri non più fortemente negativi nel mercato dei consumi non osserviamo alcun segnale di ripresa immediato; bisognerà aspettare i prossimi mesi per capire se effettivamente arriverà una inversione di tendenza» ha spiegato Fantasia. Secondo l’azienda leader mondiale nelle soluzioni e informazioni di marketing, sono quattro le caratteristiche del “Family Consumer” di oggi: risparmiatore, pianificatore, tecnologico e devoto alla famiglia. Rispetto al 2010, l’analisi di Nielsen evidenzia, infatti, un più marcato orientamento proprio verso la riscoperta e la conseguente “difesa” dei valori familiari, con uno sguardo – inevitabile – alla digitalizzazione dei gesti più comuni. In particolare, alcune delle caratteristiche in cui si identificano oggi gli italiani sono tipiche di un approccio ancora timido, ma da cui si coglie la preparazione a una prossima ripartenza. È un consumatore più risparmiatore (82% degli intervistati, rispetto al 72% del 2010), pianificatore nel definire le spese e razionale nelle scelte (70% vs 57%), devoto alla famiglia (63% vs 56), casalingo (60% vs 55%) e, ovviamente, tecnologico (82% vs 70%). Un nuovo profilo che finisce per mettere in discussione i paradigmi del rapporto tra marca e consumatore: i brand infatti riscontrano sempre maggiori difficolta nell’influenzare o intercettare un consumatore, come quello di oggi, a sua volta attratto quotidianamente da un numero sempre crescente di “punti di influenza”. A dimostrazione del ritrovato interesse per il “focolare domestico” da parte del consumatore di oggi, i dati sul tempo medio speso in casa: 146 minuti nel 2013, 15 minuti in più rispetto al 2010. Di riflesso cala il tempo libero passato fuori dalle mura domestiche, pari a 94 minuti, sei in meno rispetto a tre anni prima. A sostegno di questo nuovo “Family Consumer” modellato da Nielsen, anche l’incremento del tempo per le attività tipicamente familiari: sono 87 i minuti dedicati alla cura della casa (rispetto ai 71 del 2010), 85 quelli per la cura dei figli (69 nel 2010) e 69 per cucinare (55 nel 2010). Il cambio degli interessi si affianca a un contestuale mutamento di priorità nella vita dei consumatori italiani. Rispetto al 2010 si registra un aumento delle azioni finalizzate al risparmio, come la riduzione dell’uso dell’auto (+12 punti 2013 vs 2010) e delle spese telefoniche, la scelta di marchi alimentari più economici o il rinvio delle decisioni legate alla sostituzione di articoli per la casa. Ne consegue una significativa riduzione delle rinunce rispetto a quanto succedeva nel 2010; si evidenziano una riduzione dei “tagli” alle vacanze annuali (-6 punti percentuali) e ai weekend brevi (-8 punti percentuali), ma sono sempre meno anche i tagli alle spese per l’abbigliamento e per gli interventi di sostituzione alle proprie “tecnologie” di utilizzo quotidiano. Proprio questo ultimo aspetto trova conferma nei dati di accesso ad internet in mobilità: +254% da smartphone rispetto al 2010; +155% da Tablet rispetto l 2012. Così come nei dati sull’e-commerce: una shopping experience messa in atto da circa 6mln di persone da pc, e da circa 7 mln di individui in mobilità. È questa una conferma dell’emergere del fenomeno “Family Consumer” con un profilo “smart”. Allo stesso tempo, si assiste a un cambio di valori in tema di possesso, per far posto alla cosiddetta sharing economy: il consumatore italiano è propenso a condividere l’auto (71%) attraverso i più diffusi servizi già presenti nelle principali città, ma anche i corsi online di formazione professionale, aggiornamento nonché condivisione tra privati di reciproci know-how (43%), dei propri device elettronici mediante prestiti (37%) e di abiti per eventi speciali (33%). «I dati in nostro possesso relativi ai primi mesi del 2014 evidenziano segnali di tenuta per alcuni settori, come il largo consumo, con un sostanziale recupero di alcuni articoli del segmento grocery, come le bevande e il fresco. Si colgono inoltre alcuni segnali di risveglio che ci fanno essere cautamente ottimisti – ha aggiunto Fantasia. – Anche attraverso un’accentuata ripresa dei consumi è possibile che il Paese riparta, come è opinione ricorrente tra economisti e operatori del settore. E’ importante che tutti gli attori in campo operanti in ambito produzione e largo consumo si adattino all’evoluzione della shopping experience. I consumatori hanno già intrapreso questa via, ora tocca a manufacturer e retailer se non si vuole rimanere indietro. Solo insieme si può affrontare la sfida».

Lorenzo Martorana

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