Rcs: ridimensionati i periodici, quota radio in vendita e Digicast potrebbe andare a Fox

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Tra un anno e forse anche prima Rcs dovrebbe essere un’azienda molto diversa da quella attuale. Attiva nell’e-commerce e nel betting e, invece, molto meno multimediale di adesso. Senza la quota nelle radio di Finelco (l’ipotesi che compri il Fondo Clessidra in supporto alla famiglia Hazan rimane la più calda). Con il segmento dei periodici molto ridimensionato; in pratica trasformato in un’offerta di prodotto di complemento, coerente e collegata con i power brand dei quotidiani. Senza le tv tematiche digitali. Per Digicast, il ramo tv del gruppo, che dispone ancora di alcuni canali su Sky, si sarebbero già mossi De Agostini e Scripps. Ma ancora più caldo e motivato sarebbe l’interessamento di Fox International Channels Italy, che fa parte della 21st Century Fox di Rupert Murdoch, così come Sky Italia, ed è uno degli architravi dell’offerta a pagamento via satellite.

Nell’azienda, inoltre, Alberto Rossini – ex Digicast e profondo conoscitore di vizi e virtù dei canali di Via Solferino – è appena stato promosso vicepresidente del ramo intrattenimento e di quello factual, rispondendo a Fabrizio Salini, al rientro in azienda come amministratore delegato (dopo una parentesi in Sky, Switchovermedia e Discovery) con il compito di rilanciarne le iniziative e reagire all’intraprendenza mostrata in questi ultimi mesi proprio dalla società in cui ha in ultimo militato. Digicast è attualmente presieduta da Alessandro Bompieri (a capo della direzione media di Rcs).

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