Titanium & Integrated Lions: bronzo per l’Italia con “The Candidate”. Brasile e Australia conquistano i Grand Prix

Un bronzo per l’Italia nella categoria Titanium and Integrated. È ancora una volta “The Candidate” di Publicis Italia per Heineken International il miglior lavoro italiano premiato con un Bronze Lion che si aggiunge al Gold Lion già conquistato nella categoria Pr, ai 2 argenti nel Promo & Activation e al Bronze Lion nella categoria film.

Il Grand Prix va invece al Brasile con “Real Beauty Sketches” realizzato dall’agenzia Ogilvy di São Paulo per Dove Unilever. Il film è caratterizzato da un approccio estremamente emotivo e parte da un insight fortissimo: le donne si vedono più brutte di come sono in realtà.

Il messaggio veicolato attraverso un trattamento non convenzionale ne ha poi enfatizzato la credibilità e il coinvolgimento. Alle spalle del Brasile troviamo invece l’Australia che si aggiudica l’Integrated Grand Prix con “Dumb Ways to Die” di McCann per Metro Trains: un vero e proprio tormentone la cui colonna sonora riecheggia quest’anno in ogni angolo del Palais.

Gli Usa dal canto loro si confermano anche in questa categoria come il Paese con più Leoni nel proprio palmares: tra i 13 awards assegnati, ben 7 sono a stelle e strisce (1 Titanium Lion & Integrated Silver, 1 Gold Lion, 1 Titanium Lion, 1 Silver Lion e 3 Bronze Lion).

«Il Titanium – ha spiegato il presidente della giuria Dan Wieden, co-founder e chairman di Wieden+Kennedy – premia la qualità e non la quantità, per questo racchiude al suo interno i lavori migliori di ogni edizione del Festival».

Wieden lancia anche un monito rivolto ai direttori creativi: «La tecnologia è un mezzo prezioso per veicolare il messaggio, non può però essere il fine ultimo della creatività». Ad entrare nel dettaglio dei singoli spot è invece la giurata americana Margaret Johnson, executive creative director di Goodby Silverstein & Partners: «La campagna di Dove – spiega – veicola un messaggio molto importante basato sul rispetto: tutti sono importanti nel mondo. Per questo lo spot va diretto nell’anima più profonda di ognuno di noi.

Per quanto concerne “Dumb Ways to Die”, dalle musiche all’editing, dal montaggio all’utilizzo dei social, tutto era orchestrato meravigliosamente. Inoltre è partita come una campagna locale per poi trasformarsi in pochissimo tempo in una campagna di portata mondiale, diventando una vera e propria “infezione” con i bimbi che cantano l’omonima colonna sonora in ogni parte del mondo».

Lorenzo Martorana

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